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CASTELLO di SAN SAVINO

 

La fortezza di San Savino sorge su un modesto rilievo in uno degli angoli più suggestivi e strategici della costa sud-orientale del lago Trasimeno; popolata fin dalla media età del bronzo, quest’area risulta essere uno degli insediamenti più antichi del Magionese. Dal rinvenimento di numerosi reperti risalenti all’alto Medioevo, si evince l’esistenza nell’area di un “pagus” e di una pieve situata ai piedi del colle, dedicata a San Savino; tuttavia è solo agli albori del XII sec. che il nome del castello appare nei documenti ufficiali. Sorto come borgo fortificato, Cirignano, questo fu il primo nome del nucleo abitato, vista la sua rilevante posizione strategico-militare a difesa della costa orientale del lago Trasimeno, fu più volte rafforzato con interventi conservativi voluti dal Comune di Perugia che vedeva nel luogo un valido baluardo contro le scorrerie degli eserciti nemici. La fortezza dal III sec. d.C. al XII attraversò periodi irti di difficoltà alternati a rinascite necessarie per continuare a svolgere la sua funzione di presidio a guardia dell’importante rete viaria che conduceva alla vicina Toscana. Coinvolto in guerre locali e passaggi distruttivi di eserciti a cominciare dal XIII sec., il castello gradualmente cadde in rovina; il borgo perse d’importanza e si verificò una significativa emigrazione dei suoi abitanti. Nel XVI sec., in una fase di ripresa socio-economica e demografica, fu edificata, addossata alle mura, la chiesa-oratorio di Santa Maria Maddalena che ben presto in concorrenza con la pieve di San Savino, preferita dalla popolazione, divenne la chiesa di riferimento del castello, tanto che nel 1747 il Vescovo di Perugia la elevò a sede parrocchiale. Fu così che il toponimo Cirignano cadde in disuso e fu sostituito da San Savino; anche la pieve, trascurata e abbandonata, cadde in rovina e scivolò lentamente nell’oblio. Il castello presenta una pianta urbana a fuso con sviluppo lineare, frequente in epoca medievale in corrispondenza di pievi o luoghi di transito; sul lato di ponente della cinta muraria si apre un’unica porta ad arco ogivale che immette in una piazza quadrangolare nella quale sorgono un pozzo-cisterna e un imponente mastio a sezione triangolare. Per la sua collocazione geografica l’abitato di San Savino ha sempre svolto un ruolo strategico anche nell’economia dell’area lacustre imperniata sulla pesca, tanto che nel 1422 entrò in funzione l’emissario braccesco per regimentare le acque del lago e nel 1566 Papa Paolo V ordinò la costruzione ed il mantenimento di un porticciolo ai piedi del colle ad uso esclusivo degli abitanti del borgo. Di tale porto oggi non vi è più traccia, ma al suo posto si svolge un’intensa lavorazione della canna palustre; a confine, nel 1996, è stata creata l’oasi naturalistica “La Valle”, rifugio di diverse specie di uccelli stanziali e di passo, punta di diamante del “Parco Regionale del Lago Trasimeno”. Oggi il Comune di Magione, molto attivo nel porre una particolare attenzione ai beni architettonici presenti nella zona, sta procedendo ad un’opera di recupero e di futuro utilizzo del mastio come inizio per una prossima valorizzazione dell’intero castello.