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Sezione Campania – I castelli di Napoli nella storia della città

Sezione Campania – I castelli di Napoli nella storia della città

di

Istituto Italiano dei Castelli

14 Ottobre 2021
< 1 Min.

Si svolgerà giovedì 3 giugno una nuova  videoconferenza della serie “paesaggio e fortificazioni” dedicata ai castelli italiani promossa dall’Istituto Italiano dei Castelli, a cura dei membri del proprio consiglio scientifico. L’iniziativa è aperta a chiunque voglia approfondire la conoscenza del vastissimo patrimonio di architettura fortificata del nostro paese.

L’architetto Luigi Maglio, presidente della sezione Campania dell’Istituto Italiano dei Castelli,  parlerà de  “I castelli di Napoli nella storia della città”
L’incontro si terrà su piattaforma Microsoft Teams, con inizio alle 18,30.

Per partecipare, inviare una e mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.” class=”moz-txt-link-abbreviated”>conferenze.castelli@gmail.com

Napoli, capitale tra Medioevo e Rinascimento, fu dotata,  in quanto tale, di un sistema di fortificazioni a sua protezione a dir poco eccezionale, in larga parte conservatosi fino a noi. Oggi rappresenta un caso assai singolare di  città con un patrimonio di architettura fortificata molto ricco e storicamente differenziato. Cinque imponenti castelli, i resti della murazione greco – romana e di quella quattrocentesca aragonese, attraverso cui è possibile leggere, oltre che la storia della città, l’evoluzione delle tecniche difensive in un arco temporale pressoché esaustivo per la completa conoscenza della storia delle fortificazioni. A partire da Castel dell’Ovo, le cui origini si confondono con quelle dell’antica Palepolis, per passare a Castelnuovo, imponente reggia – fortezza aragonese, in cui si evidenziano i segni tangibili della metamorfosi del castello verso i nuovi tempi, per finire con la fortezza di S. Elmo, straordinaria ed unica testimonianza, a livello planetario, del modo di fortificare “alla moderna” che si diffonde rapidamente nei primi decenni del secolo XVI, con caratteri assolutamente innovativi ed originali.  Ancora, il castello di Capuana, di fondazione normanna, trasformato nel Cinquecento in sede dei tribunali, ed il castello del Carmine o dello Sperone, che incluse nel suo perimetro difensivo un grande complesso conventuale.
Inoltre, il forte di Vigliena a S. Giovanni a Teduccio, recentemente “riscoperto”, rara testimonianza dell’approccio alle problematiche della difesa costiera nel XVIII secolo. Ed, infine, la cinta difensiva aragonese sul lato orientale, con 14 torrioni cilindrici sugli originali 21, che miracolosamente sopravvivono inseriti nel tessuto connettivo della città. Un sistema di fortificazioni che si estende, appena oltre l’arco del golfo, con gli avamposti di Nisida, del rione Terra a Pozzuoli, a Baia con la poderosa fortezza, ad Ischia con il castello Aragonese. Un patrimonio con caratteri assolutamente unici per la cui valorizzazione sono stati fatti alcuni passi nella giusta direzione; ma altri, più significativi ancora, si rendono necessari. L’auspicio è che si possa giungere alla fruizione integrata del sistema delle fortificazioni napoletane, con la realizzazione di un percorso che metta in risalto adeguatamente le forti connotazioni storico-architettoniche di cui sono dotati i singoli complessi difensivi.   Nel prossimo futuro l’Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania – intende intensificare e concentrare il massimo degli sforzi in questa direzione, impegnandosi contemporaneamente anche per una crescente presa di coscienza, in strati sempre più larghi dell’opinione pubblica, di questa rilevante componente dell’ identità storico – culturale della città di Napoli.

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Sezione Campania – I castelli di Napoli nella storia della città

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Istituto Italiano dei Castelli

14 Ottobre 2021
< 1 Min.

Si svolgerà giovedì 3 giugno una nuova  videoconferenza della serie “paesaggio e fortificazioni” dedicata ai castelli italiani promossa dall’Istituto Italiano dei Castelli, a cura dei membri del proprio consiglio scientifico. L’iniziativa è aperta a chiunque voglia approfondire la conoscenza del vastissimo patrimonio di architettura fortificata del nostro paese.

L’architetto Luigi Maglio, presidente della sezione Campania dell’Istituto Italiano dei Castelli,  parlerà de  “I castelli di Napoli nella storia della città”
L’incontro si terrà su piattaforma Microsoft Teams, con inizio alle 18,30.

Per partecipare, inviare una e mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.” class=”moz-txt-link-abbreviated”>conferenze.castelli@gmail.com

Napoli, capitale tra Medioevo e Rinascimento, fu dotata,  in quanto tale, di un sistema di fortificazioni a sua protezione a dir poco eccezionale, in larga parte conservatosi fino a noi. Oggi rappresenta un caso assai singolare di  città con un patrimonio di architettura fortificata molto ricco e storicamente differenziato. Cinque imponenti castelli, i resti della murazione greco – romana e di quella quattrocentesca aragonese, attraverso cui è possibile leggere, oltre che la storia della città, l’evoluzione delle tecniche difensive in un arco temporale pressoché esaustivo per la completa conoscenza della storia delle fortificazioni. A partire da Castel dell’Ovo, le cui origini si confondono con quelle dell’antica Palepolis, per passare a Castelnuovo, imponente reggia – fortezza aragonese, in cui si evidenziano i segni tangibili della metamorfosi del castello verso i nuovi tempi, per finire con la fortezza di S. Elmo, straordinaria ed unica testimonianza, a livello planetario, del modo di fortificare “alla moderna” che si diffonde rapidamente nei primi decenni del secolo XVI, con caratteri assolutamente innovativi ed originali.  Ancora, il castello di Capuana, di fondazione normanna, trasformato nel Cinquecento in sede dei tribunali, ed il castello del Carmine o dello Sperone, che incluse nel suo perimetro difensivo un grande complesso conventuale.
Inoltre, il forte di Vigliena a S. Giovanni a Teduccio, recentemente “riscoperto”, rara testimonianza dell’approccio alle problematiche della difesa costiera nel XVIII secolo. Ed, infine, la cinta difensiva aragonese sul lato orientale, con 14 torrioni cilindrici sugli originali 21, che miracolosamente sopravvivono inseriti nel tessuto connettivo della città. Un sistema di fortificazioni che si estende, appena oltre l’arco del golfo, con gli avamposti di Nisida, del rione Terra a Pozzuoli, a Baia con la poderosa fortezza, ad Ischia con il castello Aragonese. Un patrimonio con caratteri assolutamente unici per la cui valorizzazione sono stati fatti alcuni passi nella giusta direzione; ma altri, più significativi ancora, si rendono necessari. L’auspicio è che si possa giungere alla fruizione integrata del sistema delle fortificazioni napoletane, con la realizzazione di un percorso che metta in risalto adeguatamente le forti connotazioni storico-architettoniche di cui sono dotati i singoli complessi difensivi.   Nel prossimo futuro l’Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania – intende intensificare e concentrare il massimo degli sforzi in questa direzione, impegnandosi contemporaneamente anche per una crescente presa di coscienza, in strati sempre più larghi dell’opinione pubblica, di questa rilevante componente dell’ identità storico – culturale della città di Napoli.

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