Skip to content

In Veneto, protagonista il sistema bastionato di Treviso di proprietà sia pubblica che privata con un convegno e visite guidate gratuite su prenotazione. Risalente alla prima metà del ‘500, è il sistema difensivo realizzato dalla Serenissima Repubblica di Venezia in risposta alla costituzione della Lega di Cambrai il 10 dicembre 1508; progetto di fra Giovanni Giocondo da Verona e Bartolomeo D’Alviano con coinvolgimento di Michele Sanmicheli.

Sabato 23 settembre 2023 il convegno ‘Le strutture fortificate nell’evoluzione delle città venete’ si terrà dalle 9.30 alle 13.30 presso l’auditorium della Fondazione Benetton Studi e Ricerche (via Cornarotta n° 7 a Treviso) e le visite guidate dalle 15 alle 19, domenica 24 settembre visite guidate dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19. Il monumento, che ha da poco compiuto 500 anni ha già subito nell’ultimo secolo una serie di trasformazioni che ne hanno modificato profondamente l’identità architettonica. I soli vincoli delle porte urbane e il vincolo paesaggistico non consentono un’adeguata tutela del sistema bastionato di Treviso.

Il sistema bastionato della città di Treviso cela anche percorsi sotterranei con casematte e cannoniere tuttora visitabili.

Il percorso guidato proposto lungo il sistema bastionato di Treviso inizia dal torrione di Santa Sofia, un luogo rimasto per troppo tempo sconosciuto e dal fascino misterioso che venne distrutto da un ordigno durante il bombardamento del 14 maggio 1944, ma i cui ambienti sotterranei originari si sono conservati intatti sotto il terrapieno fino ai giorni nostri. La visita prosegue fino al bastione di San Tomaso, situato ad est della porta omonima, all’interno del quale è possibile visitare le antiche cannoniere che nel 1500 ospitavano le postazioni di artiglieria a difesa del lato est della cortina muraria, verso S. Sofia, e a difesa di uno dei tre ingressi alla città, Porta San Tomaso. Nel secolo scorso, durante la prima e la seconda guerra mondiale, furono utilizzate come rifugio antiaereo come testimoniato dalla presenza di un cunicolo lungo circa 6,00 m scavato nello spessore della muratura del torrione. Il percorso prevede una visita alla struttura sotterranea ad uso militare ricavata alla base di porta San Tomaso, per poi proseguire lungo i percorsi d’acqua impostati dal famoso progettista di fortificazioni alla moderna, fra’ Giocondo da Verona, il quale sfruttò anche a scopo difensivo l’abbondante portata dei fiumi diretti verso il nucleo cittadino.

 

Il convegno nasce dall’alleanza tra le associazioni riunite per la tutela e valorizzazione del sistema bastionato trevigiano cementatasi nel giugno del 2019, con lo scopo di istituire un vincolo monumentale per la cerchia fortificata rinascimentale, purtroppo minacciata da progetti edilizi e di parcheggi sotterranei previsti nella fossa esterna e sopra i bastioni della fortezza. L’alleanza di associazioni ha realizzato un corposo dossier di analisi dell’intero sedime dei vari elementi che compongono il complesso sistema difensivo voluto dai veneziani, come il terrapieno interno, la cortina muraria, i bastioni, le strutture difensive sotterranee, il sistema idraulico della fossa e il muro di controscarpa esterno, promuovendo anche un breve filmato diffuso a tutta la cittadinanza, al fine di diffondere la consapevolezza sull’importante patrimonio storico- architettonico rappresentato dal principale monumento di Treviso.

Tra i relatori, in ordine di apparizione, oltre a cittadini e associazioni che parleranno delle altre esperienze di valorizzazione delle cinte murarie presenti in altre città venete: Luigi Latini, direttore della Fondazione Benetton, Mario Conte, Sindaco di Treviso, Luisella Pavan-Woolfe, Ambasciatrice-già direttrice ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa; Paola Crucianelli, Simone Piaser, Mario Gemin, Alleanza delle Associazioni per la tutela del sistema bastionale di Treviso; Fiorenzo Meneghelli, vice-presidente Istituto Italiano Castelli e presidente sezione Veneto; Vincenzo Tine, Soprintendente (area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso), Sandro Zampese, Assessore ai Lavori Pubblici di Treviso, Gianantonio Da Re, europalamentare Commissione Cultura, on. Marina Marchetto Aliprandi promotrice della risoluzione per la tutela del sistema bastionato di Treviso; Barbara Bissoli vicesindaco di Verona, Andrea Micalizzi vicesindaco di Padova, Stefano Mondini Presidente Fondazione Forte Marghera, comune Venezia.

Sabato 23 e domenica 24 settembre dalle 15 alle 18 sarà possibile visitare anche il Castello di San Martino a Vittorio Veneto (TV), di proprietà della Diocesi. La visita del castello, a cura di Marco Merello e Michele Zanchetta, permette di poter esplorare i giardini, le cappelle e la sala degli stemmi, con gli stemmi dei signorotti e dei vescovi e gli affreschi cinquecenteschi del soffitto.

Il castello di San Martino, oltre ad essere ancora la residenza del vescovo di Vittorio Veneto, ospita molti appuntamenti della diocesi vittoriese e rappresenta un punto di riferimento importante per la spiritualità e per l’arte di quest’area dell’Alta Marca Trevigiana.

A colpire il visitatore è in particolare il residuo di un grande torrione che domina il nucleo storico di Ceneda. L’artista Antonio Romagno nel 1403 così ne descriveva la vista: “Da quassù, entro il recinto del tuo Castello di San Martino, vedo saltellare le agili caprette, ed aggirarsi i variopinti pavoni. Allargando poi lo sguardo, ecco vallicelle sparse di viti e di olivi e distese di prati e campi di messi. E qui presso sul declivio del colle, una fonte garrula il cui limpido specchio pare attendere la dea ed il corteggio delle sue ninfe.”