Le novità dell’Istituto
In Evidenza
Nella splendida cornice del Castello federiciano del Solacium di Targia, alle porte di Siracusa, ora fulcro della azienda vitivinicola Cantine Pupillo, si è svolta venerdì 28 giugno la Festa per i sessanta anni della fondazione dell’Istituto.
L’evento ha goduto del Patrocinio oneroso dell’Assessorato Regione Siciliana, Turismo Sport e Spettacolo.
L’organizzazione della Festa è stata cura del Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, vicepresidente della Sezione Sicilia e Delegato di Siracusa, coadiuvato dal Tesoriere della Sezione, Carlo Giunta, facente parte della stessa Delegazione provinciale.
L’avvio della Festa alle 19.30 per consentire ai duecento partecipanti, provenienti da tutta Italia, di potere godere della splendida architettura del Castello, caratterizzato da una pianta quadrata con quattro torri tonde agli angoli e dei bellissimi caseggiati rurali settecenteschi che lo affiancano a nord mentre i lati sud ed est sono abbracciati da un antico parco esotico e mediterraneo, che penetra con preziose essenze anche nel quadrato cortile.
L’attuale proprietaria, Carmela Pupillo, succeduta al padre Dr. Antonino Pupillo, al quale si deve la riscoperta dell’antico vitigno Moscato di Siracusa, imbottigliato con l’etichetta Solacium, ha illustrato con amore agli affascinati partecipanti, le essenze vegetali presenti alcune, come un ficus secolare, vincolate dalla Soprintendenza.
Il ritiro degli sbandieratori ed i saluti dell’organizzatore il Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, della Presidente Nazionale Michaela Stagno d’Alcontres e della Presidente Sezione Sicilia, Maria Vittoria D’Amico.
Un ricco buffet consente ai partecipanti di gustare diverse pietanze siciliane.
Presenti i Vice Presidenti Nazionali del Nord e del Sud, Fiorenzo Meneghelli con Lorena e Domenico Zerbi con Luisa, i Consiglieri Nazionali, Marco Merello con Annarita e Vittorio Pasquale con Amalia, i Revisori Nazionali, Francesco de’ Medici con Fiona e Salvatore Saya con Enza.
La degustazione è intervallata da momenti di intrattenimento castellano che si rifanno al medioevo.
Danze storiche, musici, trampolieri, giocolieri, incantano i duecento partecipanti.
Clicca qui per leggere l’articolo completo pubblicato sul sito web della Sezione Sicilia.
LOCANDINE DI TUTTE LE SEZIONI GNC 2024
Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXV edizione si svolge sabato 11 e domenica 12 maggio 2024
25 siti: 10 castelli, 4 forti, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago
Grandi città e piccoli centri animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, itinerari speciali a nord, al centro, a sud della penisola – isole comprese.
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione, fruizione, destinazione e valorizzazione
Nel 2024 la Onlus Istituto Italiano Castelli compie 60 anni, online e gratuito l’Atlante Castellano
L’Istituto Italiano Castelli, Onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date e le 25 destinazioni della XXV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Nel weekend dell’11 e 12 maggio 2024, visite guidate gratuite, conferenze, concerti, mostre, presentazioni di tesi di laurea e libri in 10 castelli, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago, 4 forti che hanno trovato una nuova vita.
I soci dell’Istituto Italiano Castelli Liguria, a causa di improvvisi problemi organizzativi sorti il 6 maggio, rimandano a data da destinarsi, che sarà presto annunciata, la visita guidata sostenibile con trasporto collettivo al borgo ligure di Finale (SV) e la prevista conferenza per il 60mo anniversario dell’Istituto Italiano Castelli
Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata 2024
L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus (IIC) nell’ambito delle iniziative promosse per incoraggiare le nuove generazioni allo studio storico, archeologico ed artistico del patrimonio fortificato italiano nonché la sua valorizzazione, presenta il
XXVII PREMIO TESI DI LAUREA SULL’ARCHITETTURA FORTIFICATA.
Il Premio consiste in assegni per complessivi 4.500 euro di cui beneficiano le prime tre tesi di laurea ritenute più meritevoli tra quelle pervenute. La commissione di concorso è composta da membri del consiglio scientifico dell’IIC nonché da docenti di chiara fama delle università italiane. Un estratto delle tesi premiate possono altresì essere pubblicate sulle riviste Castellum/Cronache Castellane oppure su un numero monografico della collana Castella.
Il bando si rivolge ai laureati in Conservazione e restauro dei beni culturali, Archeologia, Architettura e Ingegneria edile – Architettura, Conservazione dei beni architettonici e ambientali, Progettazione e gestione dei sistemi turistici, Scienze per la conservazione e restauro dei beni culturali, Scienze storiche, Storia dell’arte, che abbiano svolto tesi di laurea magistrale o quinquennale in Italia su tematiche castellane nell’ambito della ricerca scientifica storico-critica, del rilievo dei monumenti, del restauro architettonico, del riuso e riqualificazione, di un complesso fortificato italiano (torre, castello, forte o borgo murato).
Sono ammessi al concorso i laureati che abbiano discusso la Tesi negli anni 2022/2024 (entro il 30 aprile).
SCADENZA DELLA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE: 30 GIUGNO 2024
La premiazione è ospitata in una manifestazione aperta al pubblico che avviene ogni anno (in autunno) in una città italiana diversa alla presenza non solo della giuria ma anche di altri docenti ed esperti del settore. Al termine della premiazione sarà prevista l’esposizione di una sintesi delle tesi premiate che verranno illustrate dagli autori con l’ausilio di strumenti multimediali.
Ulteriori info: https://www.istitutoitalianocastelli.it/premio-di-laurea/
Giornate Nazionali dei Castelli 2024
11/12 Maggio 2024
25esima edizione a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
RISORSE
Castelli d’Italia
![mussomeli1 mussomeli1](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2021/12/mussomeli1-1024x768-300x225.jpeg)
XIV (prima metà): presumibile inizio della costruzione del castello; si realizzano ipoteticamente taluni ambienti quali le sale a sud ovest e la cappella (Spatrisano 1972, p. 206).
XIV (seconda metà): fondazione storica del castello; probabilmente vengono inglobate strutture precedenti (Fazello, I, p. 482; Armò 1911, p. 9; Kronig 1989, p. 406).
XV: ampliamento del castello, costruzione della grande “sala dei baroni” e di ambienti adiacenti (Armò 1911, p. 18).
XVIII (fine): il castello è in rovina (Amico 1855-56, II, p. 180).
XIX: Salinas osserva come in questo castello non si notino restauri o pretesi abbellimenti di epoche più moderne (Salinas 1883, p. 112).
XX (1909): inizia il restauro del castello condotto dall’architetto Armò.
XX (fine): le Soprintendenze BB.CC.AA. di Palermo, Agrigento e Caltanissetta eseguono interventi di restauro.
XIII: Mussomeli fa parte della signoria di Castronovo ed è posseduta dalla famiglia D’Auria (Armò 1911, p. 8. 1374); Manfredi III Chiaramonte ottiene, con privilegio reale, la signoria di Castronovo e Mussomeli (Kronig 1989, p. 406).
XIV (fine): Andrea Chiaramonte viene decapitato ed i suoi beni, tra i quali è il castello di Mussomeli, passano al demanio (Armò 1911, p. 9).
1392: con privilegio regio, Mussomeli è assegnata a Guglielmo Raimondo Moncada. Dopo qualche anno passerà ai conti di Prades (ibidem).
1407: Giaimo de Prades vende la terra ed il castello di Mussomeli a Giovanni Castellar (Amico 1855-56, II, p. 181. 1451); re Alfonso V concede a Giovanni di Perapertusa, nipote del Castellar, la possibilità di riacquistare la terra ed il castello di Mussomeli, precedentemente ritornati al demanio. Il Perapertusa non potendo assolvere l’obbligo di acquisto per la somma di 29.770 ducati, rivende terra e castello a Federico Ventimiglia, con patto di ricompra (Armò 1911, p. 10).
1467: Pietro Campo, genero del Perapertusa, ottiene dal viceré il privilegio di ricompra della baronia di Mussomeli. I Campo detengono la proprietà fino al 1549 (ibidem).
1549: Cesare Lancia, signore di Trabia, acquista Mussomeli che verrà elevata al ruolo di contea (Amico 1855- 56, 11, p. 181).
XVI-XX: la famiglia Lanza è titolare del feudo e del castello.
![siviller07 siviller07](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2021/12/siviller07-337x225.jpeg)
Il castello di Villasor, in provincia di Cagliari, è uno dei rari esempi, in Sardegna, di casa signorile fortificata. Per le sue caratteristiche architettoniche, è facilmente riconducibile alla tipologia della masia, una sorta di fattoria baronale fortificata, evoluzione, di matrice spagnola, della villa di epoca romana. Edificato agli inizi del Quattrocento, il maniero presenta però schemi e moduli costruttivi strettamente legati al secolo precedente, per impostazione formale e per concezione tecnico-strutturale. Nel corso dei secoli essa ha subito profonde trasformazioni legate alle mutate esigenze funzionali, perdendo gradualmente la sua vocazione difensiva a vantaggio di quelle residenziale e agricola.
Il castello Siviller è oggi dislocato in posizione pressoché baricentrica rispetto al piccolo centro di Villasor, in prossimità della chiesa parrocchiale di San Biagio. Castello e chiesa, simboli del potere religioso e laico, hanno costituito un polo di aggregazione, attorno al quale, a partire dal XV secolo, si è sviluppata l’antica villa di Sorres. Villasor, infatti, costituisce un esempio di ripopolamento rurale legato all’iniziativa baronale, in contrapposizione alla volontà dei pastori barbaricini, che, ritenendo ormai acquisito il diritto di utilizzare queste zone per il pascolo, cercarono di impedirne la ricolonizzazione agricola.
Nel 1414 Giovanni Sivilleri, doganiere del castello di Cagliari e procuratore reale, divenne feudatario della ParteIppis. Il re Alfonso d’Aragona concesse in feudo a Giovanni Siviller l’intera Curatoria di Parte Ippis. La carta di infeudazione è datata 27 ottobre 1414, identifica con precisione i confini del nuovo feudo, e stabilisce che il futuro barone aveva diritto di esercitarvi la giustizia di primo grado civile e penale.
Il tentativo di ripopolare il villaggio di Sorres, quasi completamente abbandonato in seguito a pestilenze, carestie e scontri armati, provocò la reazione violenta dei pastori, in quanto la rifondazione dell’antico insediamento costituiva una minaccia per i propri interessi. Forse per questo, nel 1415, Sivilleri chiese ed ottenne l’autorizzazione a costruire una fortezza in prossimità della parrocchiale di Santa Maria, sita nei pressi della strada reale e demolita a metà Ottocento. La nuova fortezza doveva garantire la difesa degli abitanti dalle incursioni barbaricine, nonché da eventuali battaglie tra l’esercito aragonese e quello del giudicato d’Arborea. Inoltre, in ottemperanza a quanto previsto nell’atto di infeudazione, ospitava la residenza del feudatario. La scelta dell’area fu probabilmente influenzata anche dalla preesistenza di una torre con funzione di controllo o dogana, la cui struttura sarebbe stata inglobata nella nuova costruzione e ne avrebbe condizionato lo sviluppo planimetrico. Il castello non fu mai oggetto di conquista e subì un unico tentativo di assedio, a metà del Seicento, durante una controversia tra il marchese Biagio Alagon e Don Agostino Castelvì.
Con la definitiva conquista aragonese della Sardegna, il castello si trasformò rapidamente da baluardo difensivo in residenza signorile, conservando al suo interno alcuni ambienti adibiti a carceri. La proprietà del castello nel XV secolo passò dai Sivilleri ai Besora, agli inizi del XVI secolo fu ereditato da Giacomo Alagon ed elevato prima a Contea (1537) e poi a Marchesato (1594). La famiglia Alagon mantenne il possesso del Marchesato fino al XVIII secolo, quando passò alla famiglia De Sylva, fino all’abolizione del sistema feudale, (1835-1840). Nel XVIII secolo, come è attestato da alcuni contratti di appalto, si avviò la ristrutturazione del castello. Documenti ottocenteschi riportano ulteriori interventi che hanno previsto la demolizione e lo smontaggio di alcune parti, non meglio identificate, che sarebbero state recuperate e utilizzate dal fattore baronale, Giuseppe Pinna, per abbellire e risistemare la propria casa.
Inizialmente, dopo l’abolizione del sistema feudale, il castello ospitò la sede del Mandamento, le sedute del Consiglio e la scuola femminile. A metà del XIX secolo esso era ancora sede del carcere mandamentario, che poco dopo fu dismesso, mentre i detenuti venivano trasferiti nella nuova struttura detentiva di Buoncammino a Cagliari. Negli anni successivi all’Unità d’Italia, la famiglia De Sylva, proprietaria del castello ma residente in Spagna, procedette alla vendita di questo e dei consistenti fondi agricoli ad esso connessi, che furono acquistati dai Cossu, commercianti di Cagliari. La vendita della proprietà alla famiglia Cossu decretò la dismissione definitiva del castello come sede di pubblica utilità, e i suoi ambienti furono destinati a servizio esclusivo dell’attività agricola del nuovo proprietario, accogliendo depositi di granaglie e ricoveri per mezzi e attrezzature.
Nel 1910, identificato come bene di interesse architettonico, è stato vincolato ai sensi della L. 364/1909 e dichiarato ufficialmente Monumento Nazionale. Nel 1923 fu venduto a Cesare Abis, agricoltore benestante di Villasor, al quale nel 1940 fu intimato di sgomberare i locali della casa-forte, in quanto l’uso cui erano adibiti non era ritenuto confacente al valore storico-artistico ad essa attribuiti.
Nel 1985, l’amministrazione comunale ha avviato l’iter per l’acquisto del castello. Nel 1991, il castello insieme alle sue pertinenze è diventa proprietà comunale e già a partire dal 1988, la profesoressa Tatiana K. Kirova ha predisposto un progetto di massima per il restauro, prevendendo un primo intervento su intonaci e murature, pavimenti interni, solai e copertura, e infine la risoluzione dei collegamenti verticali e la sostituzione degli infissi. Successivamente, in seguito al completamento di un organico intervento di restauro condotto tra il 1988 e il 2004, il complesso monumentale è stato adibito a centro culturale, con l’allestimento di una biblioteca e di una mediateca.
![2-Giuseppe-Migliari-1822-1897-aiutato-da-Celestino-Tommasi-1796-1868-Veduta-del-Castello-Estense 2-Giuseppe-Migliari-1822-1897-aiutato-da-Celestino-Tommasi-1796-1868-Veduta-del-Castello-Estense](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2021/12/2-Giuseppe-Migliari-1822-1897-aiutato-da-Celestino-Tommasi-1796-1868-Veduta-del-Castello-Estense-1024x717-321x225.jpeg)
La costruzione del grande castello, detto di San Michele dal giorno in cui presero ufficialmente il via i lavori, risale all’anno 1358, quando Nicolò II d’Este, sentendosi minacciato da una rivolta dei cittadini, esasperati da una nuova carestia e dalle restrizioni del governo, ne commissionò la costruzione all’architetto di corte, Bartolino da Novara.
La nuova costruzione sorse a ridosso della preesistente Torre dei Leoni, che venne inglobata nel nuovo edificio. Durante il regno di Ercole I (1471-1505), figlio di Nicolò II, il castello subì numerosi interventi soprattutto a livello decorativo, sia nelle parti interne che in quelle esterne. Nello stesso periodo vennero svolti importanti lavori di ampliamento lungo la direttrice che dalla vecchia struttura arrivava ai locali vicino alla Torre dei Leoni. Non solo, ad Ercole I va attribuito anche l’ampliamento delle mura cittadine, la famosa Addizione Erculea, che cambiò totalmente l’assetto urbano e collocò il castello al centro della città.
Nuovi ed importanti interventi si ebbero a partire dal 1534, quando Ercole II, succeduto al padre Alfonso I, li commissionò all’architetto e pittore Girolamo da Carpi, che trasformò definitivamente il castello in una vera e propria dimora principesca.
Nel 1570 un violento terremoto colpì la città e danneggiò il castello, che fu fatto restaurare da Alfonso II. Nel corso dei restauri fu commissionato anche un importante ciclo decorativo nell’Appartamento detto Dello Specchio.
Quando nel 1597 Alfonso II morì senza eredi, gli Este furono costretti ad abbandonare il castello e a trasferirsi nel vicino ducato di Modena. Il castello passò allora sotto il controllo dello Stato della Chiesa e divenne sede dei Cardinali Legati e da quel momento ebbe inizio la dispersione delle opere d’arte e degli arredi in esso contenuti.
Nei secolo XVII e XVIII non vi furono importanti interventi che ne modificarono l’aspetto.
Nel 1796 il castello fu occupato senza subire particolari cambiamenti dai Francesi di Napoleone e di seguito, nel 1813, dagli Austriaci vittoriosi. A partire dal XIX secolo, e fino all’annessione di Ferrara al Regno d’Italia, lavorarono al castello numerosi pittori che lo decorarono secondo gli stilemi del gusto ottocentesco. Il castello passò quindi al Demanio del Regno d’Italia e nel 1874, in seguito ad un’asta pubblica, alla Deputazione Provinciale, che lo destinò per quasi tutto il XX secolo a edificio di rappresentanza e sede di istituzioni statali ed enti locali.
Le sezioni regionali dell’Istituto
L’Istituto si articola in Sezioni. Esse, autonome nelle attività nel loro ambito, promuovono conferenze, seminari, visite di studio, attività di ricerca ed altre iniziative di promozione culturale del patrimonio castellano delle rispettive regioni di appartenenza
![icn_soci icn_soci](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_soci.png)
![icn_pubblicazioni icn_pubblicazioni](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_pubblicazioni.png)
![icn_premi icn_premi](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_premi.png)
![icn_castelli icn_castelli](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_castelli.png)
Nomenclatura Castellana
Un viaggio attraverso le parole che raccontano le parti di un castello,
dall’avamposto sino alle vedette
BLOG
Novità dal nostro blog
Nella splendida cornice del Castello federiciano del Solacium di Targia, alle porte di Siracusa, ora fulcro della azienda vitivinicola Cantine Pupillo, si è svolta venerdì 28 giugno la Festa per i sessanta anni della fondazione dell’Istituto.
L’evento ha goduto del Patrocinio oneroso dell’Assessorato Regione Siciliana, Turismo Sport e Spettacolo.
L’organizzazione della Festa è stata cura del Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, vicepresidente della Sezione Sicilia e Delegato di Siracusa, coadiuvato dal Tesoriere della Sezione, Carlo Giunta, facente parte della stessa Delegazione provinciale.
L’avvio della Festa alle 19.30 per consentire ai duecento partecipanti, provenienti da tutta Italia, di potere godere della splendida architettura del Castello, caratterizzato da una pianta quadrata con quattro torri tonde agli angoli e dei bellissimi caseggiati rurali settecenteschi che lo affiancano a nord mentre i lati sud ed est sono abbracciati da un antico parco esotico e mediterraneo, che penetra con preziose essenze anche nel quadrato cortile.
L’attuale proprietaria, Carmela Pupillo, succeduta al padre Dr. Antonino Pupillo, al quale si deve la riscoperta dell’antico vitigno Moscato di Siracusa, imbottigliato con l’etichetta Solacium, ha illustrato con amore agli affascinati partecipanti, le essenze vegetali presenti alcune, come un ficus secolare, vincolate dalla Soprintendenza.
Il ritiro degli sbandieratori ed i saluti dell’organizzatore il Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, della Presidente Nazionale Michaela Stagno d’Alcontres e della Presidente Sezione Sicilia, Maria Vittoria D’Amico.
Un ricco buffet consente ai partecipanti di gustare diverse pietanze siciliane.
Presenti i Vice Presidenti Nazionali del Nord e del Sud, Fiorenzo Meneghelli con Lorena e Domenico Zerbi con Luisa, i Consiglieri Nazionali, Marco Merello con Annarita e Vittorio Pasquale con Amalia, i Revisori Nazionali, Francesco de’ Medici con Fiona e Salvatore Saya con Enza.
La degustazione è intervallata da momenti di intrattenimento castellano che si rifanno al medioevo.
Danze storiche, musici, trampolieri, giocolieri, incantano i duecento partecipanti.
Clicca qui per leggere l’articolo completo pubblicato sul sito web della Sezione Sicilia.
LOCANDINE DI TUTTE LE SEZIONI GNC 2024
Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXV edizione si svolge sabato 11 e domenica 12 maggio 2024
25 siti: 10 castelli, 4 forti, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago
Grandi città e piccoli centri animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, itinerari speciali a nord, al centro, a sud della penisola – isole comprese.
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione, fruizione, destinazione e valorizzazione
Nel 2024 la Onlus Istituto Italiano Castelli compie 60 anni, online e gratuito l’Atlante Castellano
L’Istituto Italiano Castelli, Onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date e le 25 destinazioni della XXV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Nel weekend dell’11 e 12 maggio 2024, visite guidate gratuite, conferenze, concerti, mostre, presentazioni di tesi di laurea e libri in 10 castelli, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago, 4 forti che hanno trovato una nuova vita.
I soci dell’Istituto Italiano Castelli Liguria, a causa di improvvisi problemi organizzativi sorti il 6 maggio, rimandano a data da destinarsi, che sarà presto annunciata, la visita guidata sostenibile con trasporto collettivo al borgo ligure di Finale (SV) e la prevista conferenza per il 60mo anniversario dell’Istituto Italiano Castelli
Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata 2024
L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus (IIC) nell’ambito delle iniziative promosse per incoraggiare le nuove generazioni allo studio storico, archeologico ed artistico del patrimonio fortificato italiano nonché la sua valorizzazione, presenta il
XXVII PREMIO TESI DI LAUREA SULL’ARCHITETTURA FORTIFICATA.
Il Premio consiste in assegni per complessivi 4.500 euro di cui beneficiano le prime tre tesi di laurea ritenute più meritevoli tra quelle pervenute. La commissione di concorso è composta da membri del consiglio scientifico dell’IIC nonché da docenti di chiara fama delle università italiane. Un estratto delle tesi premiate possono altresì essere pubblicate sulle riviste Castellum/Cronache Castellane oppure su un numero monografico della collana Castella.
Il bando si rivolge ai laureati in Conservazione e restauro dei beni culturali, Archeologia, Architettura e Ingegneria edile – Architettura, Conservazione dei beni architettonici e ambientali, Progettazione e gestione dei sistemi turistici, Scienze per la conservazione e restauro dei beni culturali, Scienze storiche, Storia dell’arte, che abbiano svolto tesi di laurea magistrale o quinquennale in Italia su tematiche castellane nell’ambito della ricerca scientifica storico-critica, del rilievo dei monumenti, del restauro architettonico, del riuso e riqualificazione, di un complesso fortificato italiano (torre, castello, forte o borgo murato).
Sono ammessi al concorso i laureati che abbiano discusso la Tesi negli anni 2022/2024 (entro il 30 aprile).
SCADENZA DELLA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE: 30 GIUGNO 2024
La premiazione è ospitata in una manifestazione aperta al pubblico che avviene ogni anno (in autunno) in una città italiana diversa alla presenza non solo della giuria ma anche di altri docenti ed esperti del settore. Al termine della premiazione sarà prevista l’esposizione di una sintesi delle tesi premiate che verranno illustrate dagli autori con l’ausilio di strumenti multimediali.
Ulteriori info: https://www.istitutoitalianocastelli.it/premio-di-laurea/
Premio di Laurea
sull’Architettura Fortificata
Istituito dall’Istituto Italiano Castelli negli anni ’90, il Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata giunge nell’anno 2023 alla XXVI edizione
Rassegna Stampa