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Il Castello di Trani è uno dei più importanti e, nonostante le mutazioni subite, uno dei meglio leggibili tra quelli fatti erigere dall’imperatore Federico II di Svevia. La sua fondazione, su un banco roccioso di quota sensibilmente ribassata rispetto alla terra ferma e probabilmente isolato fin dall’origine, comportò la distruzione di un modesto avamposto di vedetta, una piccola torre di guardia riferibile ai secoli X -XI, rinvenuta sotto il piano di calpestio dell’attuale ingresso.

I lavori di costruzione del castello svevo voluti da Federico II nel 1233, come attesta l’iscrizione ubicata sul portale nel cortile occidentale, progettati da Filippo Cinardo conte di Acquaviva e di Conversano e realizzati da Stefano di Romualdo Carabarese, terminarono nel 1249, secondo quanto riportato da una ulteriore iscrizione posta sul portale ovest della cinta muraria.
Nel castello Manfredi celebrò le sue seconde nozze con Elena Comneno proveniente dall’Epiro, la quale, dopo la disfatta di Benevento e la conseguente perdita del marito vi si rifugiava con i figli, prigioniera di Carlo d’Angiò. Durante i regni di Carlo I e Carlo II d’Angiò, Pietro d’Angicourt eseguì opere di ampliamento della fortezza. L’intervento di fortificazione delle mura si realizzava durante il regno di Giovanna II che ribadiva la proprietà regale del castello. Ulteriori interventi restaurativi si resero necessari per ottemperare alle esigenze dell’uso della polvere da sparo e quindi sostituire la difesa piombante con quella radente. Nell’ambito di tali interventi fu costruito il bastione a lancia nell’angolo sud-ovest, voluto dal viceré Pietro di Toledo
per proteggere con tiri di fiancheggiamento le murature perimetrali, ricostruito integralmente il lato sud, demolito il porticato svevo e realizzati due piani superiori. Dal 1496 al 1530, la città di Trani passava ai Veneziani che intervenivano sul castello con la fortificazione delle mura e la chiusura di due porte sul lato mare al fine di rendere il maniero maggiormente inespugnabile. Nel 1533, su ordine del capitano Ferdinando d’Alarçon, inviato da Carlo V, si verificava la trasformazione cinquecentesca del maniero come attesta la lapide nel cortile centrale. Una ulteriore iscrizione datata 1553, posta sull’architrave dell’attuale portale d’ingresso, attesta lavori di restauro fatti eseguire da Giorgio Manriquez. Dal 1585 nel castello si trasferiva, per ordine del re Filippo II, la sede della Sacra Regia Udienza della provincia di Bari e nel 1677 il maniero ritornava al ruolo di presidio militare. Il 6 giugno 1831, per ordine del re Ferdinando II di Borbone, il castello passò dal Ministero della Guerra e Marina al Ministero degli Interni che nel 1832 lo destinò a carcere. Notevoli trasformazioni agli ambienti interni e alle strutture esterne si verificarono dal 1841 al 1848, epoca alla quale risalgono la sostituzione del ponte levatoio con l’attuale passaggio su arcate in muratura, la realizzazione della cappella nel cortile centrale e
della torre dell’orologio sull’ingresso principale.

Restaurato nel 1979 dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della Puglia, è stato aperto al pubblico il 5 giugno 1998. I lavori di restauro hanno messo in luce le strutture stratificate del castello, che la destinazione carceraria aveva nascosto sotto una spessa ed omogenea guaina di intonaci. Il restauro ha risanato la grande struttura, corredandola degli impianti necessari alla odierna fruizione. I Durante i lavori sono state eliminate le superfetazioni ottocentesche che ne soffocavano gli spazi interni ed esterni ed alteravano il nitido profilo delle cortine e delle torri; sono state ripristinate le aperture originarie esistenti, ancorché tompagnate, le scale delle torri, i percorsi originari, primo fra tutti l’accesso da occidente all’interno del castello, svuotando il terrapieno ad eccezione di un’ultima sezione, consolidata, cui si addossa il palazzo cinquecentesco delle case matte, nei cui ambienti di piano terra si riscontrano i pilastri del porticato medioevale, rimasti inglobati nelle pareti d’ambito. Il restauro, effettuato con fondi ministeriali e con un cofinanziamento della UE, ha reso leggibile il monumento attraverso il tempo, nel rispetto dei dati superstiti. Le sale e i cortili oggi ospitano concerti e convegni, mostre e spettacoli.

Incontro: IL CASTELLO DI TRANI: Storia e restauri (Sabato 25 settembre ore 10)
Indirizzo Piazza Manfredi Re,16 – 76125 – Trani – Italia
Visita guidata con ingresso gratuito prenotazione obbligatoria via email domenica
26 settembre ore 10,00
Email drm-pug.castelloditrani@beniculturali.it, a.calderazzi@gmail.com
Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/507816719344168