
Giornate nazioanle dei castelli 2025
Comunicato Giornate Nazionali dei Castelli 14 aprile 2025
Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Visite guidate, conferenze, trekking culturale e concerti in 42 siti distribuiti in 20 regioni, isole comprese.
Weekend da 54 a 800 metri sul livello del mare tra aree marine protette, riserve e parchi naturali anche di recente istituzione, vallate con fiumi attivi, panorami mozzafiato da scoprire a piedi, in bici, in moto, in bus, in treno
In Campania il maggio dei castelli con visite guidate e conferenze ogni weekend in 12 castelli, in otto borghi e piccoli paesi, oltre la città capoluogo che nel 2025 compie 2500 anni di età.
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle torri, fortezze e borghi si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
I volontari della onlus organizzatrice, l’Istituto Italiano Castelli che ha compiuto 60 anni di attività nel 2024, apriranno le porte di architetture fortificate di proprietà pubblica e privata – da nord a sud del paese – isole comprese – con visite guidate gratuite, conferenze, presentazioni di libri e convegni specialistici, trekking culturali alla scoperta, a piedi, di siti e borghi.
L’evento che ormai ha conquistato appassionati di architettura, restauro, storia e araldica di tutte le età, è ideato e condotto in collaborazione con associazioni, comuni e altri enti pubblici al fine di far conoscere e valorizzare questo incredibile patrimonio culturale: l’Italia vanta, più di altri paesi, un numero consistente di edifici fortificati d’importanza storico-archeologica. Beni culturali che spesso influenzano positivamente le sorti turistiche del luogo in cui si trovano da secoli.
‘Sveliamo i 42 siti e gli eventi collaterali che ciascuna sede regionale dell’Istituto Italiano Castelli ha selezionato dopo attente analisi e dopo la consultazione del nostro archivio scientifico che racchiude migliaia di architetture fortificate censite e studiate con un approccio multidisciplinare per il quale siamo noti ai portatori di interesse specifico sia nel nostro paese che all’estero.’ afferma Michaela Marullo Stagno d’Alcontres, presidente della onlus italiana ‘Le nostre visite guidate quest’anno racconteranno di comunità di uomini e interessi, di unicum antro-geografici mondiali dove la presenza dell’uomo si estende dal Paleolitico (come la valle di Pettorano sul fiume Gizio, alle porte dell’Aquila) ad oggi.
Abruzzo
sabato 10 maggio 2025
Castel Cantelmo – Pettorano Sul Gizio (AQ)
Visite guidate su prenotazione a pagamento
Email: abruzzo@istitutoitalianocastelli.it
Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio., tel 0864.487006
info@riservagenzana.it
Società cooperativa Valleluna tel+39 388 099 2468
info@valleluna.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/umomJp8FSXwdWyQB7
Basilicata
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Bernalda (MT) e Castello di Torre di Mare a Metaponto (MT)
Visite guidate gratuite con prenotazione
Email: basilicata@istitutoitalianocastelli.it
Maps
https://maps.app.goo.gl/dYJrFkTvTiKd4JnR9
https://maps.app.goo.gl/h8KamQUBj2wP3JD89
Calabria
sabato 10 maggio 2025 ore 10, 11, 12, 16, 17, 18
Rocca Imperiale (CS)
visite guidate gratuite (prenotazione facoltativa)
Email: admaioraetsaps@gmail.com
Cellulare: 376 2407827
Email IIC: calabria@istitutoitalianocastelli.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/kUy1rqkjgxvgep3q7
Campania
Campania domenica 4 maggio 2025
Sant’Agata dei Goti (BN)
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
I Castelli della Valle del Sabato (Irpinia), itinerario con più castelli e tavole rotonde sabato 17 maggio 2025 Marigliano (NA) domenica 18 maggio 2025 Castel Sant’Elmo (NA), Agropoli (SA) Sabato 24 maggio 2025 Roccaromana (CE) Sabato 31 maggio 2025 Teggiano (SA)
Visite guidate gratuite su prenotazione: Whatsapp 333 6853918 castellicampania@gmail.com campania@istitutoitalianocastelli.it www.castcampania.it.
Emilia Romagna:
domenica 11 maggio 2025
Rocca di Meldola (FC)
mattino 9.30 , 10.30, 11.30, 12.30 pomeriggio 14.30, 15.30, 16.30, 17.30, 18.30
maps: https://maps.app.goo.gl/9wVjPuribh2SGDb69
Email: emiliaromagna@istitutoitalianocastelli.it
Friuli Venezia Giulia
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Gorizia
Castello di Kromberk
Maps:
https://maps.app.goo.gl/XkCKGuGXrL2iRFsV8
https://maps.app.goo.gl/XRdtZHcQFjwcZucn7
Email friuliveneziagiulia@istitutoitalianocastelli.it
(prenotazioni entro l’8 maggio)
Lazio
sabato 10 maggio 2025
Castello di Fumone (FR)
visite guidate a pagamento su prenotazione
Maps: https://maps.app.goo.gl/qvWAfEY7xnqCo8326
lazio@istitutoitalianocastelli.it
Lombardia
Domenica 11 maggio 2025
Castello di Breno (BS)
visite guidate gratuite su prenotazione
Maps: https://maps.app.goo.gl/6rvZRFkW7qqA6V2R8
Informazioni: 3209667337
Email: castellilombardia.segreteria@gmail.com; gius.villari@gmail.com
Marche
sabato 10 maggio 2025
visita in bus a forti anconetani
in collaborazione con l’associazione ‘Sedici forti di Ancona’ e con il Museo Omero
marche@istitutoitalianocastelli.it
domenica 11 maggio 2025
conferenza alla Mole Vanvitelliana (Sala Ovidio) sui forti anconetani
Molise
sabato 10 maggio 2025
Castello di San Martino in Pensilis (CB)
Indirizzo Piazza Umberto I,5, 86046 San Martino in Pensilis CB
Convegno e visita con ingresso gratuito
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Aperti e visitabili i Castelli di : Pescolanciano IS, Macchiagodena IS, Riccia CB e Colletorto CB
Email: molise@istitutoitalianocastelli.it molisecastelli@gmail.com
Piemonte
sabato 10 maggio 2025
Castello di Mombasiglio
visite guidate gratuite su prenotazione non obbligatoria
Maps: https://maps.app.goo.gl/5HpcCssMEMDrSupM6
Email: piemontevda@istitutoitalianocastelli.it
Puglia
Domenica 11 maggio 2025 Castello di Sannicandro (BAT)
visite guidate gratuite senza prenotazione e incontro Email: puglia@istitutoitalianocastelli.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/7P6tRE2bCPXqmX6s8
Sardegna
domenica 11 maggio 2025
Fortezza Vecchia (MIC), Torre di San Luigi (proprietà privata)
visite guidate gratuite su prenotazione
Maps:
https://maps.app.goo.gl/6tsgzhVwrc17P14C7
https://maps.app.goo.gl/XbiD5X5KFCMqchMU8
Email: sardegna@istitutoitalianocastelli.it
Sicilia
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Salemi
Castello di Partanna
Gibellina
Maps:
https://maps.app.goo.gl/5wfRecKby7uao7v6A
https://maps.app.goo.gl/PnpA1ujT9vLvDf3N9
Email: sicilia@istitutoitalianocastelli.it, fulviacaffo@gmail.com
Trentino Alto Adige
Sabato 10 maggio 2025
convegno e visita guidata gratuita (a piedi) su prenotazione
I castelli del territorio dei Quattro Vicariati
Email: trentinoaltoadige@istitutoitalianocastelli.it
Umbria
sabato 10 maggio 2025
Rocca di Castiglione del Lago
convegno e visite guidate gratuite senza prenotazione
Email: umbria@istitutoitalianocastelli.it
Veneto
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Forte Rivoli
visita guidate gratuite con prenotazione obbligatoria (25 persone a gruppo)
(contatti su: www.forterivoli.it )
Scarica il programma completo:
Il Castello di Montechiarugolo (PR), è di proprietà privata. L’evento è in collaborazione con il Comune di Montechiarugolo e l’Associazione Borghi più Belli d’Italia. L’originario presidio militare a difesa della val d’Enza fu edificato nel XII secolo dalla famiglia Sanvitale. Nel 1313 Giberto III da Correggio, assediò il castello e lo distrusse insieme al borgo. Nel 1348 (dopo che la città di Parma fu sotto il dominio del Ducato di Milano) i Visconti fecero riedificare il castello a presidio della vallata. Nel 1406 Giovanni Maria Visconti fregiò ufficialmente del feudo Guido Torelli divenendo nel 1428 contea. Il Torelli avviò quindi la ricostruzione della fortezza nelle forme attuali. Verso la metà del XVI secolo il castello ospitò il re di Francia Francesco I e il papa
Paolo III. Nel 1551, durante la guerra di Parma, il castello fu nuovamente attaccato e occupato; al termine del conflitto Pomponio Torelli avviò numerosi interventi trasformandolo in residenza signorile. Dalla prima metà del 1600 non essendo più contea, il castello passò alla Camera Ducale di Parma, e affidato ad un presidio militare: fu utilizzato come magazzino di beni alimentari e deposito per la produzione di polvere pirica.
In seguito all’Unità d’Italia, nel 1864 il castello fu venduto dal Demanio pubblico ad Antonio Marchi, i cui discendenti ne ancora sono proprietari. Il fortilizio si sviluppa su una pianta irregolare, attorno a due cortili interni, mostrando i tratti tipici dei castelli d’epoca tardo-medievale, soprattutto nelle facciate sud-ovest e nord, interamente coronate dai merli ghibellini, ancora perfettamente visibili nonostante la copertura del tetto aggiunta a protezione dei camminamenti sostenuti dai numerosi beccatelli con caditoie; fra i due cortili interni emerge l’alto
mastio. La fortezza, posizionata strategicamente sulla scarpata naturale ai margini dell’alveo del torrente Enza, è circondata da un largo e profondo fossato, varcabile in origine attraverso due distinti ponti levatoi, collocati in corrispondenza dei due rivellini ancora esistenti. In origine la rocca era difesa anche da una seconda cinta muraria più esterna, edificata lungo il perimetro del borgo, dotata di bastioni in corrispondenza degli spigoli. Nella seconda metà del XV secolo, in seguito alla nascita dell’artiglieria, fu modificata con l’aggiunta delle cannoniere: ne rimangono alcune significative tracce sul margine nord-occidentale del centro storico del paese.
Alla storica Battaglia di Montechiarugolo del 4 ottobre 1796, fece la sua prima comparsa il tricolore italiano, tra le milizie volontarie della Guardia Civica Reggiana aiutate dai soldati francesi contro un manipolo di soldati austriaci rifugiatisi nel castello.
Il borgo:
In prossimità del fiume Enza, che divide la provincia di Parma da quella di Reggio Emilia, Montechiarugolo è la più piccola delle cinque frazioni dell”omonimo comune e sede del municipio, e conta poche centinaia degli oltre 11mila abitanti del comune. Il solo borgo medievale della frazione, delizioso agglomerato urbano che si sviluppa intorno al suo sontuoso castello, conta una novantina di abitanti e mantiene ancora l”atmosfera del passato. La via principale, via Solari, e le abitazioni colorate, di via Margherita hanno mantenuto inalterata la struttura medievale della quale è ancora ben visibile la cinta muraria. L”abitato fa da cornice all”elemento caratterizzante del centro, il castello ottimamente conservato.
Tra le altre presenze architettoniche del borgo vi sono il Palazzo Civico, risalente alla fine del XVI secolo, appartenuto ai Torelli e oggi utilizzato per mostre temporanee, e la Chiesa Parrocchiale di San Quintino, dalle forme bizantine all”esterno e classicheggianti all”interno, che custodisce pregevoli opere in terracotta e affreschi del Quattrocento.
Le Leggende:
La Fata Bema:
La bella e affascinante giovane Fata Berma giunge a Montechiarugolo nel maggio del 1593 per esercitare la sua magica arte: indovina e fattucchiera e si esibisce su un palco allestito nel Castello circondato dai boschi dove si reca a caccia Ranuccio Farnese, quarto Duca di Parma che, attratto dalla bellezza e dai poteri della fanciulla, permise alla fata di frequentare il castello, concedendole un salvacondotto per circolare liberamente nel territorio farnesiano. Non passò molto tempo prima che Ranuccio, vinto dal timore di essere stato manipolato tramite un incantesimo, decidesse di liberarsi dell”indovina facendola rinchiudere nella prigione della rocchetta. La fata fu vittima di una lunga e dura prigionia ma venne poi liberata allo stremo
delle forze grazie alla benevolenza del popolo. Rientrata a Montechiarugolo, Bema fu assunta presso la corte dei Torelli per la gestione domestica e la fanciulla e Pio Torelli, figlio dell”illuminato Pomponio e di Isabella Bonelli finirono per innamorarsi. Pio viene accusato di congiura ai danni del Duca e fu giustiziato con altri feudatari nella #Gran giustizia di Ranuccio I” il 19 maggio 1612. Bema, disperata per la morte di Pio, trovò rifugio in una piccola casa nei pressi del castello, occupandosi per il resto dei suoi giorni di dare aiuto a poveri e bisognosi e
benvoluta dalla gente del borgo, terminò serenamente la sua vita a Montechiarugolo, dove ancora oggi appare, gentile fantasma, alle giovani donne alla vigilia delle nozze per istruirle sulla loro nuova vita. Si dice che alla mezzanotte di ogni 19 maggio la Fata Bema torni a manifestarsi nelle stanze del Castello.
PROGRAMMA E ORARI:
Sabato 25 settembre
visite guidate Ore 9:00, 9:30, 10:00, 14:30, 15:00 e 15:30
Ore 11.00:
Inaugurazione delle XXII Giornate Nazionali dei Castelli Consegna ufficiale della bandiera de ‘I Borghi più belli d’Italia’; al Comune di Montechiarugolo Accompagnamento musicale a cura della Montechiarugolo Folk Band ‘TullioCandian’;
Ore 18.00:
Caravan Verdiano: La Traviata, lo spirito di Violetta”
Domenica 26 settembre
Ore 9:00, 9:30, 10:00, 10:30, 11:00, 11:30, 12:00 14:30, 15:00, 15:30, 16:00, 16:30,
17:00 e 17:30
Visite guidate al castello
Informazioni e contatti
Visite al castello: info@castellodimontechiarugolo.it – 0521 686643 / 338 3187911 /
3334575380
Caravan Verdiano: biglietteria@comune.montechiarugolo.pr.it
Premiazione del concorso fotografico per le scuole “I castelli raccontano” e visite guidate al Castello di Grosio (17 settembre)
Nome del Sito: Castelli di Grosio (SO)
Il complesso sorge su una collina verso nord, sulle pendici delle Alpi Retiche, circondata dai caratteristici terrazzamenti, ed è costituito da due castelli distinti, oggi a
rudere: uno con la chiesetta di San Faustino a ovest e varie testimonianze della sua estensione (XI secolo); l’altro costruito a metà del XIV secolo dai Visconti a controllo del territorio a est. Il complesso è collegato con il Parco delle incisioni preistoriche, esistenti sulla Rupe Magna, la quale, con oltre 5000 figure incise dal IV al primo millennio avanti Cristo, costituisce la più estesa roccia alpina incisa dall’uomo.
Epoca di costruzione: XI e XIV secolo
Proprietà: Comune di Grosio
Giorno di apertura durante le Giornate: 17 settembre
Orari: alle 10 premiazione del concorso “I castelli raccontano” nella sede del “Parco incisioni rupestri e castelli di Grosio” con la partecipazione degli alunni e degli insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Grosio e conversazione sulle fortificazioni di Giusi Villari e Guido Scaramellini. Visita guidata riservata alle scuole nella mattinata e alle 14 visita gestita dalle guide
del Parco incisioni rupestri con prenotazione (tel.: 346 333 1405; e-mail: info@parcoincisionigrosio.it)
Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito.
In collaborazione con: Istituto Comprensivo di Grosio e Parco delle incisioni rupestri di Grosio.
Informazioni: 3209667337 (sezione Lombardia IIC);
castellilombardia.segreteria@gmail.com; gius.villari@gmail.com
Sito internet: http://www.istitutocastelli-lombardia.org/
Pagina social https://www.facebook.com/istitutocastelli.lombardia/
Visite guidate alla Torre di Castionetto di Chiuro e alle case fortificate del paese (18 settembre)
Nome del Sito: Torre di Castionetto di Chiuro (SO)
La torre, con funzioni di vedetta e di segnalazione sulla valle centrale, sorge su un’altura allo sbocco della val Fontana nelle Alpi Retiche, che chiudono a nord la
Valtellina, ed è una delle più massicce della provincia di Sondrio (11 metri di lato). Appartenne ai Quadrio, potente famiglia ghibellina, che ha varie case fortificate anche nel sottostante borgo di Chiuro. Presenta in facciata la porta di accesso al secondo piano, com’è consueto per le torri isolate, il cui ingresso – per motivi di sicurezza – era possibile solo attraverso una scala retrattile. È stata recentemente restaurata. L’evento è in collaborazione con il Comune di Chiuro, Comunità montana della Valtellina di Sondrio, Guide “Viale delle formiche”, Biblioteca di Chiuro
Epoca di costruzione: XII secolo
Proprietà: Comune di Chiuro
Giorno di apertura durante le Giornate: 18 settembre
18 settembre ore 10, 11, 14, 15, 16 visite gratuite alla torre, accompagnate
dalle guide del “Viale delle formiche” e da esperti della sezione Lombardia, con navetta gratuita in partenza dal paese di Chiuro, in collaborazione con il Comune.
18 settembre ore 11 e ore 15 visita alle case fortificate di Chiuro.
Visite guidate (SÌ): Il 18 settembre visite guidate gestite dalle guide locali e da esperti della sezione Lombardia con prenotazione (tel. 0342 484213; e-mail: biblioteca@comune.chiuro.so.it)
Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito.
Informazioni: 3209667337 (sezione Lombardia IIC); tel. 0342 484213
castellilombardia.segreteria@gmail.com; gius.villari@gmail.com
Sito internet: http://www.istitutocastelli-lombardia.org/
Pagina social https://www.facebook.com/istitutocastelli.lombardia/
Convegno e visite guidate nel Castello di Pavia (25 settembre)
Il Castello Visconteo di Pavia è il più importante e il più grande di tutta la Provincia. Fu edificato da Galeazzo II Visconti tra il 1360 e il 1365, dopo la definitiva conquista
della città, su progetto di Bernardo da Venezia. Il Castello fu concepito come sontuosa residenza dei signori di Milano e della loro corte. L’imponente costruzione è a pianta quadrata, con cortile porticato interno e quattro torri sugli angoli (due delle quali scomparse nel 1527), circondato da un largo e profondo fossato e protetto da rivellini e ponti levatoi. Le facciate sono ingentilite e impreziosite dalle caratteristiche bifore viscontee, le cortine presentano uno dei primi apparati a sporgere dell’area. Il fortilizio è posto al limite nord della città ed era collegato all’attiguo enorme parco, esteso su ben 25 miglia di terreno, destinato a riserva di caccia dei Visconti, prima, poi degli Sforza. Anche dopo che la Signoria milanese si riunì in un’unica entità sotto Gian Galeazzo Visconti, il Castello di Pavia venne sempre utilizzato come sede principale della corte viscontea. Vi soggiornarono una folla di artisti, pittori, scultori, poeti, fra cui Michelino da Besozzo, il Bembo, Foppa, Pisanello ed altri ancora. Anche il Petrarca fu presente qui per molto tempo per organizzare la famosa biblioteca, ricca di oltre mille codici. Ai Visconti subentrarono gli Sforza che diedero al complesso un nuovo sfarzo, specialmente nell’ala nord, che ospitava gli appartamenti ducali affrescati dal Pisanello, andata purtroppo distrutta nel 1527 dall’artiglieria francese.
Dopo la morte di Francesco Sforza iniziò la decadenza del grande complesso. Trasformato in caserma dagli spagnoli, ebbe a soffrire la rovinosa impronta di tutte le dominazioni straniere. Soltanto nel 1921, l’edificio fu liberato dalla destinazione a caserma per ritornare gradualmente all’antico splendore, anche se privo dell’intera ala a nord distrutta, appunto, nel 1527, grazie a radicali restauri che hanno valorizzato quanto era rimasto di originale. Il Castello è ora proprietà del Comune di Pavia e sede delle Civiche Collezioni di
Arte e Storia.
Epoca di costruzione: 1360-fine XV secolo
Proprietà: il Castello è ora proprietà del Comune di Pavia e sede delle Civiche Collezioni di Arte e Storia.
Orari: ore 9.30-12.30 convegno in presenza e in streaming “Bodo Ebhardt
in Lombardia. Le trasformazioni dei castelli lombardi fra inizi Novecento e contemporaneità” nella sala conferenze al piano terra del Castello di Pavia; ore 15.00, visita guidata.
Visite guidate: alle 15.00 visita guidata del complesso del castello e delle sue strutture fortificate con punto di ritrovo all’ingresso dei Musei Civici: Castello Visconteo, Viale XI Febbraio 35, Pavia.
IL CONVEGNO
La sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli ha scelto come tema portante delle GNC 2021 una riflessione sulle trasformazioni subite dai castelli lombardi
negli ultimi cento anni, dall’epoca di Bodo Ebhardt, architetto tedesco che scrisse una serie di volumi sui castelli italiani, fino ai giorni nostri. Il Castello di Pavia e le sue torri sono analizzati e illustrati con particolare attenzione da Ebhardt, autore che ha fatto conoscere i castelli italiani in tutta Europa e a cui l’Istituto ha dedicato un convegno a Napoli nel 2019: abbiamo pensato perciò che questa potesse essere la sede più opportuna per ospitare un convegno sul tema. Anche il Castello scaligero di Sirmione, meta delle GNC lombarde di domenica 26 settembre, è stato illustrato da Ebhardt e sarà oggetto di una presentazione durante il convegno. Relatori del convegno saranno consiglieri nazionali e di sezione, delegati regionali, direttori di musei, soprintendenti e rappresentanti degli enti locali. L’evento è in collaborazione con il Comune di Pavia che lo patrocina.
Informazioni: 3342697064; 3497027944 castellilombardia.segreteria@gmail.com;
galandramarco@gmail.com
Sito internet: http://www.istitutocastelli-lombardia.org/
Pagina social https://www.facebook.com/istitutocastelli.lombardia/
Visite guidate alla darsena del Castello Scaligero di Sirmione (26 settembre)
Nome del Sito: Castello Scaligero di Sirmione (darsena fortificata)
La splendida ambientazione naturale e la eccezionale qualità delle strutture architettoniche conferiscono a questo complesso fortificato una straordinaria suggestione. Il Castello Scaligero di Sirmione è un importante esempio di fortificazione lacustre e fu edificato nella seconda metà del Trecento ad opera della famiglia dei della
Scala che dominò su Verona e il suo territorio tra XIII e XIV secolo. La tipologia costruttiva è riconducibile secondo gli studi più recenti all’epoca di Cansignorio e di
Antonio II Della Scala (360-1380 ca.). La rocca fu presumibilmente costruita secondo un progetto unitario che comportò anche la realizzazione della darsena fortificata dove accogliere la flotta.
Dal XVI secolo sotto il dominio di Venezia l’importanza strategico difensiva di Sirmione diminuì a favore della fortezza di Peschiera del Garda. in epoca napoleonica e
austriaca il castello fu utilizzato come deposito di armi e vettovaglie e alloggio per le truppe. In seguito ospitò gli uffici comunali, l’ufficio postale, l’alloggio dei Carabinieri e un piccolo carcere. Nel 1917 il complesso passò sotto la tutela del Ministero della Pubblica Istruzione che fece eseguire importanti lavori di restauro.
Tipiche dell’architettura scaligera sono le torri scudate, ossia aperte verso l’interno, imponente è il mastio alto 37 metri, mentre la darsena è un eccezionale esempio di fortificazione portuale del XIV secolo. La darsena ha la forma di un trapezio irregolare probabilmente dovuta alla necessità di proteggere lo specchio d’acqua dal vento di tramontana, il “pelèr”. Due camminamenti la percorrono su tre lati: quello superiore per la difesa delle milizie e quello inferiore per l’attracco delle barche. Il bacino lacustre interno nel corso dei secoli fu interrato dall’accumulo di detriti e solo dopo i restauri del 1919 tornò ad accogliere l’acqua del lago. Recentemente il Polo Museale Regionale della Lombardia ha intrapreso importanti lavori di restauro dell’area.
L’attività è svolta in collaborazione con la Direzione regionale Musei Lombardia che gestisce la struttura e che la inserirà nelle Giornate Europee del Patrimonio. Nel periodo di chiusura al pubblico è stato avviato, e in parte completato, il progetto di restauro dei prospetti esterni della darsena. I lavori sono stati documentati da filmati che saranno presentati insieme ad un approfondimento sulla storia del complesso fortificato in occasione del Convegno di Pavia del 25 settembre. “in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio che si terranno il 25 e 26 settembre – in coincidenza con le Giornate Nazionali dei Castelli – la Direzione regionale sta organizzando un’apertura straordinaria della darsena, chiusa al pubblico ormai da inizio pandemia per la difficoltà di garantire il necessario distanziamento.
Grazie al piano di valorizzazione finanziato dal Ministero della Cultura sarà infatti possibile partecipare a visite guidate per piccoli gruppi, accompagnati dagli architetti e storici dell’arte che lavorano nel museo. Nella stessa occasione, in concomitanza con gli eventi organizzati dall’Istituto Italiano dei Castelli, verranno anche presentati alcuni video che racconteranno il cantiere di restauro, consentendo al pubblico di comprendere il lavoro svolto dietro le quinte da tecnici e restauratori.
Epoca di costruzione: seconda metà XIV secolo
Proprietà: statale
Giorno di apertura durante le Giornate: 26 settembre
Orari: nella mattinata di domenica 26 settembre a partire dalle ore 9.00 alle 13.00
Visite guidate da architetti e storici dell’arte per piccoli gruppi in numero contingentato e in ottemperanza alle normative vigenti.
Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito per i soci dell’Istituto Italiano dei Castelli)
Si veda comunicato stampa (https://studioesseci.net/eventi/si-rinnova-il-castelloscaligero-di-sirmione/#cartellaStampa) e presentazione sul sito della Direzione regionale Musei Lombardia (https://museilombardia.cultura.gov.it/news/si-rinnovail-castello-scaligero-di-sirmione/):
Informazioni: 3209667337 (sezione Lombardia IIC).
castellilombardia.segreteria@gmail.com; gius.villari@gmail.com
Sito internet: http://www.istitutocastelli-lombardia.org/
Pagina social https://www.facebook.com/istitutocastelli.lombardia/
Situato nella media valle del Calore, il comune di Taurasi domina dall”alto l”intero fondovalle, in prossimità del punto in cui il fiume è attraversato dalla strada statale delle Puglie. Di origine sannita, in epoca romana entrò a far parte del territorio della vicina colonia di Aeclanum, all”epoca importante centro commerciale. Il complesso del castello è posto sull’estremità orientale dell’antico borgo di Taurasi (provincia di Avellino) in corrispondenza della porta urbica detta Porta Maggiore. Edificato in posizione strategica, posto su uno sperone roccioso a circa 400 m slm, domina la piana del medio Calore.
I primi documenti fanno risalire il castello al periodo Normanno-Svevo (XII sec), in quanto Taurasi fu feudo di Torgisio di Grottaminarda e successivamente ceduta in suffeudo a Ruggiero di Castelverde. Al XV sec. risalgono gli ampliamenti Angioino – Aragonesi. Nel XV sec. Taurasi venne affidata al principe Sergianni Caracciolo. I Caracciolo trasformarono il castello da fortezza in palazzo baronale. Nel 1468 subì gravi danni provocati dagli attacchi aragonesi di Ferdinando II in seguito alla congiura baronale di Giacomo Caracciolo, analogamente nel 1496 subì saccheggi e distruzioni da parte delle truppe di Carlo VIII. Successivamente il castello passò ai Gesualdo lo tennero sino al 1726 anno in cu lo vendettero ai Latilla di Napoli che lo mantennero per tutto il periodo Borbonico. A seguito dei terremoti del 1796 e 1980 subì gravi danni e successivi rimaneggiamenti. Nel 2004 fu acquisito dal comune di Taurasi. Dal 2009 a seguito di radicali interventi di restauro ospita l’enoteca regionale dei vini d’Irpinia. L’accesso principale al castello è ubicato dopo la porta urbica detta “Maggiore”, sulla destra ed è costituito da un arco monumentale a tutto sesto che sorregge a sua volta un ambiente di passaggio e collegamento. La torre mastio a pianta quadrata, normanna, misura 15 m di altezza e si sviluppa su 4 livelli, presenta un avancorpo contenente la scala elicoidale aggiunta in epoca aragonese unitamente alle due torri circolari che inquadrano la porta Maggiore. Il corpo di
fabbrica nord orientale, che prospetta su largo Porta Maggiore, si sviluppa su tre livelli collegati da una scalea ubicata al centro della corte interna ed è il risultato della trasformazione del castello in palazzo baronale.
Gli eventi delle Giornate Nazionali dei Castelli a Taurasi sono organizzati in collaborazione con il comune di Taurasi.
Taurasi (AV) Evento Principale Sabato 25 – domenica 26 settembre – visite guidate al castello ed al borgo ore 10 – 13 – Alle ore 10,30 di domenica 26 tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in area Irpina. A cura della Pro – Loco e dell”Istituto. Info: arch. Giuseppe De Pascale – 3336636614
Agropoli (SA) Sabato 25 – domenica 26 – – visite guidate al castello – ore 10 – 12 a cura dell”Istituto Italiano dei Castelli. Info: dott. Antonio Capano 339 8605936 Teano (CE) – Sabato 25: tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in Terra di Lavoro – domenica 26 – visite guidate al Castello di Teano. Ore 10 – 13 A cura delle pro loco e dell”Istituto Italiano dei Castelli. info e prenotazioni: castellicampania@gmail.com – 333 6853918
Circello (BN) Sabato 25 alle ore 10,30 visita guidata al castello – a seguire, conversazione dell”arch. Francesco Bove sul castello di Circello. Visite guidate domenica 26 Info: 329 2660592
Napoli, settembre dei castelli napoletani. In tutti i week end visite guidate gratuite a Castel dell”Ovo, Castelnuovo, Castel S. Elmo ed alle mura aragonesi. Apertura straordinaria della sede dell”Istituto Italiano dei Castelli, con proiezioni video su Castel dell”Ovo e sui castelli di Napoli. Visita alle mostre fotografiche ed iconografiche sui castelli di Napoli e della Campania. Visita alla cisterna medievale. Info: castellicampania@gmail.com – 333 6853918 Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito
La Cittadella fortificata, Castello e Palazzo Carafa a Roccella Jonica (RC) conserva i resti dell’antico centro abitato di Roccella di San Vittore, cittadella fortificata affacciata sul mare, sicuramente attestata e data in feudo nella prima età angioina a Gualtiero de Collepetro (1269), ma con evidenza archeologica e monumentale ascrivibile almeno al periodo normanno-svevo.
La cinta muraria, già citata in documenti del XV secolo e dotata di Torrioni di età angioina ancora conservati, fu potenziata tra XV e XVI secolo con la costruzione di alcuni bastioni e il rifacimento dell’unica porta urbica, ancora oggi conservata. La cittadella, denominata in età moderna La Roccella, è sovrastata dall’antico Castello di Monte Falcone (oggi detto Torre di Pizzofalcone) con la Torre mastio cilindrica e il recinto fortificato, con un bastione del XVI sec; il suo impianto e la tipologia sono antecedenti al dominio angioino, probabilmente ascendenti al periodo tra XI e XII sec; nel 1283, durante la Guerra del Vespro, ci fu un ordine regio di raderlo al suolo per fellonia del Castellano. Nel 1479 La Roccella fu data in feudo a Jacopo Carafa e in possesso di questa famiglia rimase fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. Nella parte centrale della cittadella sorge il Palazzo Feudale fortificato, rifatto agli inizi del XVI secolo
dal conte Vincenzo Carafa, figlio e successore di Jacopo. Il palazzo sorge a ridosso dell’antica chiesa Matrice dell’Universitas roccellese, di fondazione medievale ma rimaneggiata nei secoli successivi, raggiungibile dal Palazzo attraverso un passaggio dal coretto. Il Palazzo fu poi ampliato alla fine del XVII da Carlo Maria e Giulia Carafa, ultimi principi de La Roccella appartenenti al ramo primogenito della famosa dinastia napoletana. Agli inizi del XVIII sec, con l’avvento nel feudo roccellese del ramo cadetto dei principi Carafa, cioè dei duchi di Bruzzano, nella persona di Vincenzo Carafa, tutte le fortificazioni, dalla cinta muraria al Palazzo, furono sottoposte a lavori: soprattutto il Palazzo fu notevolmente ampliato, con la costruzione di tre nuove ali e fu anche fortificato da tre torrioni realizzati sul lato Ovest del circuito murario, nel punto in cui questo è più vicino al Palazzo stesso, ancora oggi conservati.
L’antica Roccella fu progressivamente abbandonata tra XVIII e XIX secolo per essere edificata ai piedi della rocca, lungo l’antichissimo asse viario del dromo e sul mare.
L’Istituto Italiano Castelli ha collaborato per questo evento con il Comune di Roccella Ionica, Jonica Multiservizi SpA, Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”
Giorno di apertura: 26 settembre 2021
Orari: 9,00-13,00 /16,00-21,00
Visite guidate: gratuite, prenotazione obbligatoria
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 0964.866287 calabria@castelli-bkp.antonioungolo.it, stefi.parrone@gmail.com
Sito internet www.castelloroccella.it
Programma
Visite guidate precedute dalla descrizione del sito e dalla sua storia, a scelta.
Mattino:
Ore 9,45: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord
di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortificazioni e del castello dal basso*.
Ore 10,30 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata davanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice San Nicola di Bari (adiacente al Palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Palazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per introdurre alla visita del castello
Ore 11,10 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa. In alternativa si può raggiungere direttamente la Platea Major nella Città antica,
situata davanti al Palazzo Carafa. Durante la visita, nel Palazzo e nelle adiacenze saranno presenti figuranti del Corteo Storico Carafa nelle vesti dei personaggi protagonisti della storia del Castello. Sarà anche possibile, per chi vorrà, visitare l’area della Torre di Pizzofalcone (già Castello di Monte Falcone) raggiungibile attraverso una scalinata dalla via Città, strada d’accesso alla Cittadella. In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito liberamente dalle 09,00 alle 13,00.
Pomeriggio:
Ore 15,30: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortificazioni e del castello dal basso*.
Ore 16,15 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata davanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice di San Nicola di Bari (adiacente al palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Palazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per introdurre alla visita del castello.Ore 17,00 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa.
In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito della Cittadella, del palazzo e della Chiesa liberamente dalle 16,00 alle 21,00.
Ore 18,00 nella ex Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari Presentazione del volume dell’Istituto Italiano dei Castelli: “Architetture fortificate nel paesaggio agrario della Calabria – Percorsi di conoscenza e valorizzazione” a cura di Francesca Martorano.
Il Castello di Moliterno (Potenza) si è sviluppato attorno a una torre longobarda, sorta per dare rifugio agli abitanti di Grumentum in seguito agli assedi dei Saraceni (IX-X sec.), ulteriormente fortificato e potenziato sotto la dominazione normanna (XI-XII sec.). La configurazione attuale risale, invece, all’età angioino-aragonese. A Moliterno, come in tutta la regione, ciò che più contraddistingue l’architettura fortificata è l’intreccio fra culture diverse: longobarda, bizantina, saracena, normanna. Vi aspettiamo in Basilicata per scoprire insieme queste trame intrecciate della storia!
L’evento prevede un incontro online, opportunamente diffuso sui vari canali social, con la partecipazione di alcuni soci della sezione Basilicata coadiuvati da guide locali, in un percorso virtuale di avvicinamento e conoscenza di Moliterno e del suo castello, peraltro parte del proficuo circuito culturale ACAMM – Sistema dei Musei e dei Beni Culturali di Aliano (MT), Castronuovo Sant’Andrea (PZ), Moliterno (PZ) e Montemurro (PZ), raccolti sotto l’acronimo ACAMM.
Moliterno, quindi, consentirà di spaziare dalle tematiche dell’incastellamento e dell’architettura fortificata medievale all’arte contemporanea e al ruolo di quest’ultima nella valorizzazione del territorio. Laddove le disposizioni legate all’emergenza pandemica lo consentano, l’evento è organizzato parzialmente in situ tramite una diretta (allargata eventualmente al pubblico presente, oltre che agli utenti-partecipanti online) organizzata in modo da scoprire il castello e le sue connotazioni storiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Durante la diretta si prevede il coinvolgimento degli utenti, in modo da non fornire un contenuto “preconfezionato” ma, al contrario, da estendere il dibattito anche ai residenti e agli storici locali, testimoni talvolta preziosi di storie non scritte sull’identità dei propri luoghi.
Orari: 25 settembre ore 10-13:00 e 15:30-18:00 e 26 settembre ore 9:30-13:30
Modalità: visita guidata, ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria
Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Basilicata: https://
www.facebook.com/groups/507816719344168
Profilo Instagram: https://www.instagram.com/istituto.castelli.basilicata
Cenni storici
Il Castello di Moliterno sorge su uno sperone roccioso a 880 m. sul livello del mare, sulla cima di un rilievo collinare su cui fianchi si è sviluppato l’abitato cinto da mura, di cui il castello è stato il polo generatore.
Storia
La tradizione storica fa risalire il castello all’epoca longobarda (IX-X sec.) durante la quale costituì un punto di avvistamento dei Saraceni che minacciavano di poter invadere Moliterno, come avevano già fatto a Saponara, Tursi e Castelsaraceno, da cui lo separava un valico. Secondo alcuni studiosi il nucleo primigenio del castello è una torre merlata su base quadrata e fusto circolare, di epoca longobarda, ancora conservata, che potrebbe aver avuto una funzione di torre vedetta. Altri tra cui, Racioppi, ipotizzando una fondazione normanna. Tra l’XI e il XIV secolo. il passaggio nel possesso del castello e del feudo, dai Normanni (XI-XII sec.) agli Angioini (XIII-XIV sec.), fu marcato da un serie di ampliamenti e dalla costruzione di diverse corpi di fabbrica tra cui una torre su pianta quadrata di epoca normanna, che hanno portato all’attuale configurazione dell’impianto architettonico. Il castello fu tenuto dai Brajda fino al 1477, anno in cui passò ai Sanseverino, da questi perduto a seguito della congiura dei baroni del 1485. Fu poi riconquistato dai Sanseverino che lo vendettero nel 1524 ai Carafa della Marra, a cui succedettero nel 1685 i Pignatelli che lo tennero fino al 1806. L’edificio attuale ha un impianto su due cortili in gran parte medievale e tardomedievale ma con elevati architettonici prevalentemente cinque-seicenteschi con piccoli aggiunte sette-ottocentesche.
Visita
Si arriva al castello salendo per via Francesco Lovito e vi si entra attraversando un portone ad arco a tutto sesto, attraverso cui si giunge ad un cortile, circondato da un
muro di cinta che si prolunga per tutto il lato sud, fino alla torre quadrata normanna ad est, ed una torre bassa e rotonda ad ovest, che si uniscono con la facciata attraverso un loggiato ad archi cinquecentesco. Dalla torre longobarda, alta 25 metri e sormontata da merli guelfi, si gode un panorama mozzafiato sulla valle sottostante e sul variegato paesaggio collinare circostante. Internamente si articolava su tre livelli, di cui quello al piano terra adibito un tempo a carcere. I vari livelli sono collegati tra di loro attraverso una scala a chiocciola. Dalla torre longobarda, che si unisce alla facciata, partendo dalla torre bassa e rotonda, si aprono due ingressi: il primo immette in un secondo cortile e il secondo nelle stalle, nelle quali sono, ancora, visibili le nicchie delle mangiatoie. Nonostante lo stato di rudere di una parte del manufatto, i resti murari consentono di riconoscere con un occhio esperto funzioni e ambienti dell’antico castello, tra cui le stanze del principe e dei suoi ospiti, le stalle, le cucine, locali adibiti a magazzini, una cappella e una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
Nel più ampio panorama nazionale la Regione Abruzzo occupa uno dei primi posti per quantità e qualità del patrimonio fortificato. Grazie ad accorto censimento condotto su tutto il territorio regionale, ci sono circa 700 opere. Questa regione non a caso è ritenuta da tanti studiosi e appassionati di questo tema un vero museo all’aperto, condizionato principalmente dalla complessa orografia del territorio.
Le Giornate 2021 scoprono l’Altopiano di Navelli e, nello specifico, il Territorio di Prata d’Ansidonia (L’Aquila). Il percorso prevede la visita guidata ai resti della città Romana di Peltuinum,
Castel Camponeschi, Leporanica (castelliere e resti medioevali), i lavori di restauro della villa fortificata dei Baroni Cappa. Non meno interessante è la presenza all’interno della Chiesa madre, dell’ambone romanico spostato negli anni 40’ dalla vicina Chiesa di S.Paolo di Peltuinum. A Chieti nel 2021 i soci dell’Istituto Italiano Castelli (IIC) hanno dato vita alle delegazione Abruzzo-Citeriore (antico nome della zona a sud del fiume Pescara comprendente gran parte della provincia di Chieti), un sodalizio aggiuntivo a quello aquilano della Onlus a carattere scientifico in regione, che vede la popolazione volontaria più giovane tra gli iscritti su base nazionale: a luglio 2021 hanno aderito 11 ragazzi dai 15 ai 23 anni, costituendo di fatto il primo
gruppo giovani d’Abruzzo a occuparsi di valorizzazione di architetture fortificate nella regione. Grazie all’impegno dei soci della delegazione Abruzzo Citerione, saranno aperti nella provincia i castelli di Monteodorisio e Palmoli. I comuni di Cupello, Fraine, Torrebruna e Casoli – oltre a quelli di Monteodorisio e Palmoli – hanno del pari aderito al sodalizio abruzzese.
Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Abruzzo
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Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Abruzzo Citerione:
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Locandine e programmi edizioni precedenti:
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