
Giornate nazioanle dei castelli 2025
Comunicato Giornate Nazionali dei Castelli 14 aprile 2025
Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Visite guidate, conferenze, trekking culturale e concerti in 42 siti distribuiti in 20 regioni, isole comprese.
Weekend da 54 a 800 metri sul livello del mare tra aree marine protette, riserve e parchi naturali anche di recente istituzione, vallate con fiumi attivi, panorami mozzafiato da scoprire a piedi, in bici, in moto, in bus, in treno
In Campania il maggio dei castelli con visite guidate e conferenze ogni weekend in 12 castelli, in otto borghi e piccoli paesi, oltre la città capoluogo che nel 2025 compie 2500 anni di età.
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle torri, fortezze e borghi si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
I volontari della onlus organizzatrice, l’Istituto Italiano Castelli che ha compiuto 60 anni di attività nel 2024, apriranno le porte di architetture fortificate di proprietà pubblica e privata – da nord a sud del paese – isole comprese – con visite guidate gratuite, conferenze, presentazioni di libri e convegni specialistici, trekking culturali alla scoperta, a piedi, di siti e borghi.
L’evento che ormai ha conquistato appassionati di architettura, restauro, storia e araldica di tutte le età, è ideato e condotto in collaborazione con associazioni, comuni e altri enti pubblici al fine di far conoscere e valorizzare questo incredibile patrimonio culturale: l’Italia vanta, più di altri paesi, un numero consistente di edifici fortificati d’importanza storico-archeologica. Beni culturali che spesso influenzano positivamente le sorti turistiche del luogo in cui si trovano da secoli.
‘Sveliamo i 42 siti e gli eventi collaterali che ciascuna sede regionale dell’Istituto Italiano Castelli ha selezionato dopo attente analisi e dopo la consultazione del nostro archivio scientifico che racchiude migliaia di architetture fortificate censite e studiate con un approccio multidisciplinare per il quale siamo noti ai portatori di interesse specifico sia nel nostro paese che all’estero.’ afferma Michaela Marullo Stagno d’Alcontres, presidente della onlus italiana ‘Le nostre visite guidate quest’anno racconteranno di comunità di uomini e interessi, di unicum antro-geografici mondiali dove la presenza dell’uomo si estende dal Paleolitico (come la valle di Pettorano sul fiume Gizio, alle porte dell’Aquila) ad oggi.
Abruzzo
sabato 10 maggio 2025
Castel Cantelmo – Pettorano Sul Gizio (AQ)
Visite guidate su prenotazione a pagamento
Email: abruzzo@istitutoitalianocastelli.it
Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio., tel 0864.487006
info@riservagenzana.it
Società cooperativa Valleluna tel+39 388 099 2468
info@valleluna.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/umomJp8FSXwdWyQB7
Basilicata
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Bernalda (MT) e Castello di Torre di Mare a Metaponto (MT)
Visite guidate gratuite con prenotazione
Email: basilicata@istitutoitalianocastelli.it
Maps
https://maps.app.goo.gl/dYJrFkTvTiKd4JnR9
https://maps.app.goo.gl/h8KamQUBj2wP3JD89
Calabria
sabato 10 maggio 2025 ore 10, 11, 12, 16, 17, 18
Rocca Imperiale (CS)
visite guidate gratuite (prenotazione facoltativa)
Email: admaioraetsaps@gmail.com
Cellulare: 376 2407827
Email IIC: calabria@istitutoitalianocastelli.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/kUy1rqkjgxvgep3q7
Campania
Campania domenica 4 maggio 2025
Sant’Agata dei Goti (BN)
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
I Castelli della Valle del Sabato (Irpinia), itinerario con più castelli e tavole rotonde sabato 17 maggio 2025 Marigliano (NA) domenica 18 maggio 2025 Castel Sant’Elmo (NA), Agropoli (SA) Sabato 24 maggio 2025 Roccaromana (CE) Sabato 31 maggio 2025 Teggiano (SA)
Visite guidate gratuite su prenotazione: Whatsapp 333 6853918 castellicampania@gmail.com campania@istitutoitalianocastelli.it www.castcampania.it.
Emilia Romagna:
domenica 11 maggio 2025
Rocca di Meldola (FC)
mattino 9.30 , 10.30, 11.30, 12.30 pomeriggio 14.30, 15.30, 16.30, 17.30, 18.30
maps: https://maps.app.goo.gl/9wVjPuribh2SGDb69
Email: emiliaromagna@istitutoitalianocastelli.it
Friuli Venezia Giulia
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Gorizia
Castello di Kromberk
Maps:
https://maps.app.goo.gl/XkCKGuGXrL2iRFsV8
https://maps.app.goo.gl/XRdtZHcQFjwcZucn7
Email friuliveneziagiulia@istitutoitalianocastelli.it
(prenotazioni entro l’8 maggio)
Lazio
sabato 10 maggio 2025
Castello di Fumone (FR)
visite guidate a pagamento su prenotazione
Maps: https://maps.app.goo.gl/qvWAfEY7xnqCo8326
lazio@istitutoitalianocastelli.it
Lombardia
Domenica 11 maggio 2025
Castello di Breno (BS)
visite guidate gratuite su prenotazione
Maps: https://maps.app.goo.gl/6rvZRFkW7qqA6V2R8
Informazioni: 3209667337
Email: castellilombardia.segreteria@gmail.com; gius.villari@gmail.com
Marche
sabato 10 maggio 2025
visita in bus a forti anconetani
in collaborazione con l’associazione ‘Sedici forti di Ancona’ e con il Museo Omero
marche@istitutoitalianocastelli.it
domenica 11 maggio 2025
conferenza alla Mole Vanvitelliana (Sala Ovidio) sui forti anconetani
Molise
sabato 10 maggio 2025
Castello di San Martino in Pensilis (CB)
Indirizzo Piazza Umberto I,5, 86046 San Martino in Pensilis CB
Convegno e visita con ingresso gratuito
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Aperti e visitabili i Castelli di : Pescolanciano IS, Macchiagodena IS, Riccia CB e Colletorto CB
Email: molise@istitutoitalianocastelli.it molisecastelli@gmail.com
Piemonte
sabato 10 maggio 2025
Castello di Mombasiglio
visite guidate gratuite su prenotazione non obbligatoria
Maps: https://maps.app.goo.gl/5HpcCssMEMDrSupM6
Email: piemontevda@istitutoitalianocastelli.it
Puglia
Domenica 11 maggio 2025 Castello di Sannicandro (BAT)
visite guidate gratuite senza prenotazione e incontro Email: puglia@istitutoitalianocastelli.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/7P6tRE2bCPXqmX6s8
Sardegna
domenica 11 maggio 2025
Fortezza Vecchia (MIC), Torre di San Luigi (proprietà privata)
visite guidate gratuite su prenotazione
Maps:
https://maps.app.goo.gl/6tsgzhVwrc17P14C7
https://maps.app.goo.gl/XbiD5X5KFCMqchMU8
Email: sardegna@istitutoitalianocastelli.it
Sicilia
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Salemi
Castello di Partanna
Gibellina
Maps:
https://maps.app.goo.gl/5wfRecKby7uao7v6A
https://maps.app.goo.gl/PnpA1ujT9vLvDf3N9
Email: sicilia@istitutoitalianocastelli.it, fulviacaffo@gmail.com
Trentino Alto Adige
Sabato 10 maggio 2025
convegno e visita guidata gratuita (a piedi) su prenotazione
I castelli del territorio dei Quattro Vicariati
Email: trentinoaltoadige@istitutoitalianocastelli.it
Umbria
sabato 10 maggio 2025
Rocca di Castiglione del Lago
convegno e visite guidate gratuite senza prenotazione
Email: umbria@istitutoitalianocastelli.it
Veneto
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Forte Rivoli
visita guidate gratuite con prenotazione obbligatoria (25 persone a gruppo)
(contatti su: www.forterivoli.it )
Scarica il programma completo:
Il Castello di Trani è uno dei più importanti e, nonostante le mutazioni subite, uno dei meglio leggibili tra quelli fatti erigere dall’imperatore Federico II di Svevia. La sua fondazione, su un banco roccioso di quota sensibilmente ribassata rispetto alla terra ferma e probabilmente isolato fin dall’origine, comportò la distruzione di un modesto avamposto di vedetta, una piccola torre di guardia riferibile ai secoli X -XI, rinvenuta sotto il piano di calpestio dell’attuale ingresso.
I lavori di costruzione del castello svevo voluti da Federico II nel 1233, come attesta l’iscrizione ubicata sul portale nel cortile occidentale, progettati da Filippo Cinardo conte di Acquaviva e di Conversano e realizzati da Stefano di Romualdo Carabarese, terminarono nel 1249, secondo quanto riportato da una ulteriore iscrizione posta sul portale ovest della cinta muraria.
Nel castello Manfredi celebrò le sue seconde nozze con Elena Comneno proveniente dall’Epiro, la quale, dopo la disfatta di Benevento e la conseguente perdita del marito vi si rifugiava con i figli, prigioniera di Carlo d’Angiò. Durante i regni di Carlo I e Carlo II d’Angiò, Pietro d’Angicourt eseguì opere di ampliamento della fortezza. L’intervento di fortificazione delle mura si realizzava durante il regno di Giovanna II che ribadiva la proprietà regale del castello. Ulteriori interventi restaurativi si resero necessari per ottemperare alle esigenze dell’uso della polvere da sparo e quindi sostituire la difesa piombante con quella radente. Nell’ambito di tali interventi fu costruito il bastione a lancia nell’angolo sud-ovest, voluto dal viceré Pietro di Toledo
per proteggere con tiri di fiancheggiamento le murature perimetrali, ricostruito integralmente il lato sud, demolito il porticato svevo e realizzati due piani superiori. Dal 1496 al 1530, la città di Trani passava ai Veneziani che intervenivano sul castello con la fortificazione delle mura e la chiusura di due porte sul lato mare al fine di rendere il maniero maggiormente inespugnabile. Nel 1533, su ordine del capitano Ferdinando d’Alarçon, inviato da Carlo V, si verificava la trasformazione cinquecentesca del maniero come attesta la lapide nel cortile centrale. Una ulteriore iscrizione datata 1553, posta sull’architrave dell’attuale portale d’ingresso, attesta lavori di restauro fatti eseguire da Giorgio Manriquez. Dal 1585 nel castello si trasferiva, per ordine del re Filippo II, la sede della Sacra Regia Udienza della provincia di Bari e nel 1677 il maniero ritornava al ruolo di presidio militare. Il 6 giugno 1831, per ordine del re Ferdinando II di Borbone, il castello passò dal Ministero della Guerra e Marina al Ministero degli Interni che nel 1832 lo destinò a carcere. Notevoli trasformazioni agli ambienti interni e alle strutture esterne si verificarono dal 1841 al 1848, epoca alla quale risalgono la sostituzione del ponte levatoio con l’attuale passaggio su arcate in muratura, la realizzazione della cappella nel cortile centrale e
della torre dell’orologio sull’ingresso principale.
Restaurato nel 1979 dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici della Puglia, è stato aperto al pubblico il 5 giugno 1998. I lavori di restauro hanno messo in luce le strutture stratificate del castello, che la destinazione carceraria aveva nascosto sotto una spessa ed omogenea guaina di intonaci. Il restauro ha risanato la grande struttura, corredandola degli impianti necessari alla odierna fruizione. I Durante i lavori sono state eliminate le superfetazioni ottocentesche che ne soffocavano gli spazi interni ed esterni ed alteravano il nitido profilo delle cortine e delle torri; sono state ripristinate le aperture originarie esistenti, ancorché tompagnate, le scale delle torri, i percorsi originari, primo fra tutti l’accesso da occidente all’interno del castello, svuotando il terrapieno ad eccezione di un’ultima sezione, consolidata, cui si addossa il palazzo cinquecentesco delle case matte, nei cui ambienti di piano terra si riscontrano i pilastri del porticato medioevale, rimasti inglobati nelle pareti d’ambito. Il restauro, effettuato con fondi ministeriali e con un cofinanziamento della UE, ha reso leggibile il monumento attraverso il tempo, nel rispetto dei dati superstiti. Le sale e i cortili oggi ospitano concerti e convegni, mostre e spettacoli.
Incontro: IL CASTELLO DI TRANI: Storia e restauri (Sabato 25 settembre ore 10)
Indirizzo Piazza Manfredi Re,16 – 76125 – Trani – Italia
Visita guidata con ingresso gratuito prenotazione obbligatoria via email domenica
26 settembre ore 10,00
Email drm-pug.castelloditrani@beniculturali.it, a.calderazzi@gmail.com
Gruppo FB: https://www.facebook.com/groups/507816719344168
Nella giornata di domenica 26 settembre, la sezione Piemonte – Valle d’Aosta IIC, in collaborazione con la delegazione di Cuneo, organizza a Priero (CN) un evento che
prevede, in modalità eccezionalmente gratuita, le visite al borgo medievale, alla chiesa di Sant’Antonio, con campanile e sottostante cappella, al teatro – ex Confraternita tardomedievale –, tutti in apertura straordinaria per l’occasione, e la salita alla torre maestra delle mura dell’abitato. Il ritrovo è fissato per le ore 15.00 in piazza Cavallo, davanti alla parrocchiale. Sono molte le evidenze medievali che si incontreranno nel corso della visita: il borgo, fondato dai marchesi di Ceva nel 1387, venne protetto da mura, munite di torri angolari. Dalla cima della torre trecentesca di difesa posta a nord-est, dotata di caditoie, sarà possibile apprezzare l’assetto a impianto regolare dell’abitato, attraversato da via Roma, e il paesaggio circostante.
Informazioni: 329-6673023.
Culla di storia, arte, cultura e natura. Questa è l’essenza, questa è l’anima di Fossombrone, un’antica cittadina di origini romane, a metà strada tra l’Adriatico e gli Appennini. Una cittadina gentile, in cui tratti rinascimentali si legano intimamente all’antica Roma, dove l’incanto della natura e della madre terra incontaminata si sposa con il fascino dell’arte. Il modo migliore per conoscere Fossombrone è percorrere le sue vie: vagando fra vicoli, portici e scalinate è possibile scoprirne i segreti ed apprezzarne il fascino unico. Corso Garibaldi, che con i suoi palazzi nobiliari e il suo doppio portico attraversa tutto il centro storico è l’itinerario ideale. Una città modellata dalle sapienti mani degli artigiani, dai sapori e dagli aromi della tradizione, delle innumerevoli offerte enogastronomiche, dagli inebrianti vigneti che la cingono. Una città votata all’armonia delle antiche note musicali, nella quale il passato si fa presente con le rievocazioni storiche che ci trasportano in secolari atmosfere rinascimentali.
Itinerario 1: Rocca malatestiana
Epoca di costruzione: 1200
Proprietà: Comune di Fossombrone
Giorno di apertura: 25 settembre 2021
Orari: dalle 10 alle 13 / dalle 15.30 alle 18.30, visite libere gratuite senza prenotazione Città più importante della media valle del Metauro, Fossombrone si presenta adagiata su di un colle sovrastato dai resti della Rocca Malatestiana. Nella seconda metà del Milletrecento i Malatesta ampliarono e trasformarono il già esistente fortilizio papalino duecentesco in una rocca con cinta muraria a pianta quadrilatera e torrioni angolari. Nel 1444, quando il feudo di Fossombrone passò a Federico da Montefeltro, la rocca divenne uno dei capisaldi del sistema fortificato dello Stato di Urbino. Sotto il Conte Federico, la rocca assunse il suo assetto definitivo, adeguandosi alle esigenze militari e alle nuove tecniche difensive conseguenti all’uso delle armi da fuoco, ossia delle bombarde. A questi interventi risalgono, in particolare, la trasformazione del torrione sudoccidentale in piccolo bastione con alto saliente (1447), e l’introduzione di un possente rivellino dal profilo carenato al centro del lato meridionale (1470), tipico degli schemi architettonici di Francesco di Giorgio Martini. La rocca fu smantellata nel 1502 per ordine di Guidobaldo da Montefeltro, perché non cadesse nelle mani del Valentino. Furono abbattuti gli spalti perché il posizionamento di bombarde su di questi avrebbe dato la possibilità agli invasori di danneggiare la città colpendola dall’alto Malgrado la distruzione sono riconoscibili i possenti torrioni angolari, il mastio e la caratteristica pianta a “tartaruga” dovuta all’intervento dell’architetto senese. Abbandonato, il complesso fortificato cadde in rovina; alla metà del ‘700 fu costruita al suo interno la chiesa di San Aldebrando incorporando una preesistente cappellina che nel ‘400 i Malatesta avevano fatto costruire e ornare con affreschi attribuiti Antonio Alberti da Ferrara.
Itinerario 2: Corte Alta – MUSEO ARCHEOLOGICO E PINACOTECA
(Via del Verziere, 4)
Epoca di costruzione: 1464
Proprietà: Comune di Fossombrone
Giorno di apertura: 25 settembre 2021
Orari: dalle 10 alle 13 / dalle 15.30 alle 18.30: Visita accompagnata senza prenotazione
Costo d’ingresso: Intero € 6 – Gruppi superiori a 10 persone € 5
Il Palazzo venne fatto edificare da Federico da Montefeltro dopo il 1464, attraverso diverse fasi di accrescimento, nelle quali si riscontra la mano di Francesco di Giorgio Martini. Con Guidubaldo da Montefeltro e la moglie Elisabetta Gonzaga, l’edificio fu ulteriormente ingrandito e assunse il ruolo di residenza di delizie e svaghi come attesta la grande e rara scenografia teatrale che occupa tutta la parete di fondo del salone del Trono. L’interno della Corte Alta è oggi sede della Pinacoteca Civica e del Museo Archeologico.
Itinerario 3: Chiesa di San Filippo (Corso Garibaldi, 140)
Epoca di costruzione: 1608
Proprietà: Comune di Fossombrone
Giorno di apertura: 25 settembre 2021
Orari: dalle 10 alle 13 / dalle 15.30 alle 18.30
Visita accompagnata senza prenotazione
Costo d’ingresso: € 2
Eretta tra il 1608 e il 1613 come scioglimento del voto espresso dai cittadini di Fossombrone per la nascita di Federico Ubaldo Della Rovere, ultimo erede dei Duchi di Urbino, la splendida chiesa barocca di San Filippo ha al suo interno dipinti di Francesco Guerrieri, Claudio Ridolfi, Giuseppe Diamantini.
Itinerario 4 – Casa Museo e Quadreria Cesarini (Via Pergamino, 24)
Epoca di costruzione: 1500
Proprietà: Comune di Fossombrone
Giorno di apertura: 25 Settembre 2021
Orari: dalle 10 alle 13 / dalle 15.30 alle 18.30, Visita accompagnata senza prenotazione
Costo d’ingresso: Intero € 4 – Gruppi superiori a 10 persone € 3
La Casa Museo e Quadreria Cesarini è costituita da due edifici contigui, la cui costruzione risale al XVI secolo. Il suo ultimo abitante, il notaio Giuseppe Cesarini, adattò le sale per esporvi le opere d’arte figurativa del ‘novecento’ in gran numero collezionate. Alla scomparsa del notaio Cesarini, nel 1977, i due palazzi con tutto il patrimonio d’arte passarono per suo volere al Comune di Fossombrone, che da allora ne è custode.
Contatti Ufficio turistico Fossombrone: 0721 723263 / 340 8245162
Email: puntoiat@comune.fossombrone.ps.it
Sito web: www.comune.fossombrone.ps.it/vivere-fossombrone/turismo/
Contatti social: Facebook: https://www.facebook.com/puntoIAT.fossombrone1
Instagram: https://www.instagram.com/puntoiatfossombrone/
Porto Maurizio, di probabile origine romana, è uno dei due borghi, l’altro è Oneglia, che costituiscono la città di Imperia. Prima di essere accorpato con Oneglia, Porto Maurizio fino al 1923 è stato un Comune autonomo, nonché capoluogo dal 1860 al 1923 dell’allora Provincia di Porto Maurizio, poi Provincia di Imperia. Il suo nucleo antico assunse l’ attuale configurazione urbana nei primi secoli dopo il Mille, mantenendo nonostante sventramenti e trasformazioni il tipico tessuto medioevale disposto in ellissi concentriche su un promontorio sporgente nel mare.
Gestore per la tutela: DIREZIONE REGIONALE MUSEI LAZIO
Proprietà: MiBACT
Direttore: Marina Cogotti
Ingresso: 5,00 €; Riduzione 2,00 €
Giorni e orario apertura: Museo:Lun.-Dom. 9.00-20.00. Santuario Fortuna Primigenia:v.
dettaglio (1).Ottobre-marzo ingresso gratuito la prima domenica del mese. ; Orario biglietteria:
9.00-19.00; Prenotazione: Nessuna
Comune: Palestrina
Indirizzo: piazza della Cortina, 1
CAP: 00036
Provincia: RM
Regione: Lazio
Telefono: +39 06 9538100
Email: pm-laz@beniculturali.it
Email certificata: mbac-pm-laz@mailcert.beniculturali.it
Sito web: http://www.polomusealelazio.beniculturali.it/index.php?it/228/museo-archeologiconazionale-prenestino http://
Nella seconda metà del Settecento il borgo era ancora cinto da mura e bastioni come dimostra una planimetria di M. Vinzoni. Oltre al nucleo arroccato sul promontorio denominato Parasio, Porto Maurizio consta di altri quattro nuclei esterni: la Marina con il Porto, la Foce allo sbocco del torrente Caramagna, la Crociera e la Fondura a ovest. La Sezione Liguria dell’ Istituto Italiano dei Castelli organizza per il 25 settembre 2021 un’escursione a pagamento di un’intera giornata organizzata dalla con il seguente programma:
Mattino
Parasio, ossia il centro storico medievale con la sua peculiare struttura a chiocciola ricco di chiese, palazzi antichi, giardini, vicoletti e scorci mozzafiato sul
mare e sui monti. Basilica di San Maurizio, la chiesa più grande di tutta la Liguria (oltre 3000mq), la cui costruzione cominciò nel 1781 dopo la demolizione dell’antico duomo, Logge di Santa Chiara affacciate sul mare azzurro, appartenenti al Monastero di clasura di Santa Chiara, fondato nel 1365 dalle Clarisse Oratorio di San Pietro, con la sua bellissima facciata barocca, il più antico edificio religioso della città di Imperia.
Pomeriggio
Borgo di Montegrazie (Santuario di Nostra Signora delle Grazie; Parrocchiale barocca). Programma dettagliato/prenotazioni: Raffaella Saponaro Monti-Bragadin (cell. 3332128631) Matilde Giletta (giletta.matilde@gmail.com, cell. 3343002129) Presidente e Segretaria della Sezione Liguria dell’ Istituto Italiano dei Castelli
La sezione Lazio dell’Istituto Italiano dei Castelli, domenica 26 settembre 2021 presenta #il Tempio Palazzo e Museo Archeologico della Fortuna Primigenia a Palestrina”.
Il luogo deputato alla visita è il Palazzo Barberini di Palestrina (Roma), Piazza della Cortina/via Barberini 00036 Palestrina (Roma). La costruzione allo stato attuale presenta strutture tardo repubblicane del II sec. a.C., con integrazione rinascimentali da parte della Famiglia Colonna ed infine barocche da parte della Famiglia Barberini. Attualmente la proprietà dell’edificio appartiene al MIBACT per le sale del Museo Archeologico e alla Famiglia Barberini per residenza ed abitazione.
La visita di domenica 26 settembre 2021 dalle ore 11.30 alle ore 13.00 sarà guidata dal Consigliere dell’Istituto Italiano dei Castelli Sezione Lazio Avv. Massimiliano Kornmuller. Durante la visita verranno illustrate, seguendo il criterio cronologico e accedendo agli ambienti tramite comodi ascensori a partire dal piano terra, i tesori che custodisce il Museo Archeologico, in particolare il famoso Mosaico del Nilo, capolavoro ellenistico del I sec. a. C., i Fasti prenestini, il culto della Fortuna Primigenia. Seguirà quindi una breve presentazione della figura e dell’opera del Principe Francesco Colonna, Signore di Palestrina ed autore della famosa opera Hypnerotomachia Pho-liphili (1456) (il Sogno in pugna d’amore del Pastore Polifilo) ove il protagonista, come in un viaggio astrale a guisa di Dante nella Divina Commedia, si ritrova in un mondo incantato di antichità, illustrato dalle preziose xilografie dell’epoca ispirate
alle rovine romane di Palestrina. Seguirà quindi per i visitatori più audaci, presso la terrazza degli Emicicli, nello spazio esterno prospiciente l’edificio museale, un tentativo di ricostruzione del rito di consultazione delle Sortes di Palestrina a disposizione di tutti i presenti che volessero consultare il futuro tramite le antiche sorti. Sarà forse possibile anche un’eventuale visita di alcuni ambienti dell’abitazione privata della Famiglia Barberini che occupa parte del Palazzo. Al termine della visita dalla durata di circa 1 ora e 15-20 minuti, verso le ore 13.00 è
prevista una colazione presso un panoramico Agriturismo sopra la città di Palestrina, a partire dalla ore 13.30.
Il sito prescelto è Gemona del Friuli: il suo castello, via Bini e Duomo
L’esistenza di Gemona del Friuli viene menzionata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum, il quale riporta che nel 611 era considerato un castello inespugnabile. Nella seconda metà del XII secolo fu libero comune, con propri statuti, mentre nel XIII e XIV secolo fu importante centro di traffici commerciali sotto il Patriarcato di Aquileia: con l’istituto del Niederlech, si imponeva infatti ai mercanti in transito di depositare le merci e pagarvi un dazio e di trascorrere la notte in città.
Il castello Il maniero sorge appena al di sopra dell’antico nucleo storico, sulla cima di un colle a strapiombo sulla vallata e separato dal monte Gemina da una sella nella quale si
espande l’abitato medievale. Verso l’inizio del Mille fu radicalmente ricostruito dai Signori di Gemona per poi essere modificato ed ampliato, per l’ultima volta, all’inizio del Trecento. Gli interventi trecenteschi ampliarono il palatium e dotarono il castello di tre torri d’avvistamento e di una poderosa cinta muraria. Con l’avvento del domino veneto, avvenuto nel 1420, il castello cadde in abbandono e fu ripetutamente adoperato come cava di pietra. Questa architettura, così come altri manieri sparsi nella fascia collinare del Friuli, subì sicuramente una grave distruzione durante il terremoto del 1511, ma alcune sue strutture difensive rimasero ancora efficienti, poiché nel 1571, in seguito al timore di invasione turca, fu trovato ad avere optimos muros, et ideo facile posse muniri, et ab hostibus defendi. Sino al 1976, anno terribilis in cui Gemona e il Friuli furono colpiti da forti scosse telluriche, del complesso medievale risalente al XIII-XIV secolo rimanevano: la torre centrale (adibita a torre civica con orologio), parti delle strutture murarie perimetrali racchiudenti i due cortili; la torre di levante abbassata e ridotta a prigione nel 1826; la torre di ponente, detta torate, con avanzi di tre muraglie merlate alla guelfa e traforate da quattro bifore romaniche.
Il castello, duramente colpito dal sisma novecentesco, è tutt’ora in restauro anche se buona parte delle strutture sono state ricostruite. Palazzo Comunale e via Bini La costruzione del Palazzo Comunale ha inizio nel 1502; esso fu progettato dall’architetto Bartolomeo de Caprileis. E’ caratterizzato da tre ampie arcate composte da elementi lapidei scolpiti da maestranze cividalesi. La decorazione ad anelli incatenati nei capitelli è presente anche nella colonna di piazza San Giacomo a Udine. Il palazzo subì diversi rifacimenti nel corso del tempo, come le finestre che furono modificate nel XVI secolo, così come l’aggiunta della balaustra nella trifora. Sulla scala d’ingresso che conduce alla loggia si notano scolpiti, rispettivamente sulla parte destra e sinistra della balaustra, lo stemma del nobile Riccardo Elti, massaro del Comune nel XVII secolo e lo stemma del Comune di Gemona. Sotto una delle due finestre sono posti gli stemmi dei nobili Franceschinis e de Brunis e lo stemma della Città. Il loggiato al piano terra, a cui si accede tramite le tre grandi arcate a tutto sesto, poggianti su colonne, ha soffitto a travi decorate con pettenelle su cui sono furono dipinti sia medaglioni contenenti personaggi illustri sia gli stemmi delle famiglie nobili della città.
Alla destra del palazzo inizia la via più caratteristica di Gemona del Friuli, posta al di sotto del colle del castello. Via Bini è interessante per la sequenza di palazzi che vi si affacciano, fra questi palazzo Elti sede dei civici musei. Numerosi sono gli affreschi, le lunette decorate, i capitelli e gli stemmi che accompagnano il visitatore lungo questo asse viario che termina sul sagrato del Duomo. Il Duomo di Santa Maria Assunta In Via Bini, nei pressi di Porta Udine, unica porta rimasta delle sette che si aprivano nella terza cerchia delle mura che cingevano la città, sorge il Duomo. Intitolato a Santa Maria Assunta, rappresenta uno dei monumenti medioevali più importanti della regione. Fu costruito utilizzando linguaggi gotici, sul sedime di una
precedente chiesa già presente dal 1190. Quest’ultimo edificio di culto era sede della Pieve di Santa Maria, una delle più antiche del Friuli. Il cantiere della chiesa che oggi si può ammirare fu iniziato verso il 1290. I lavori di costruzione durarono molti anni, venendo interrotti più volte, per vari motivi: dalla guerra contro la vicina Venzone, dalle minacce goriziane a momenti di stallo finanziario dell’opera del Duomo. L’8 giugno 1337 l’edificio fu solennemente consacrato dal vescovo di Parenzo Giovanni, delegato dal patriarca Bertrando. Nei secoli successivi venne più volte rimaneggiato: nel 1429 fu modificato il presbiterio con l’aggiunta della cupola e dell’abside semipoligonale; nel 1457 i pilastri delle navate vennero sostituiti da colonne e la chiesa sopraelevata di 1,5 metri; nel 1700 le volte a crociera coprirono le originarie capriate. Il terremoto del 1976 fece crollare completamente la navata destra, dissestando contemporaneamente gran parte delle restanti murature.
L’opera di restauro e ricostruzione svolta ha permesso di restituire alla comunità l’opera nel suo completo splendore. Recenti restauri al prospetto hanno, inoltre, riportato alla luce la coloritura della pietra applicata in alcuni elementi presenti al di sopra del portale.
Giorno di visita: 25 settembre 2021
Orari: mattina ore 11.00 ritrovo al di sotto della loggia del palazzo comunale; pomeriggio ore 15.30 ritrovo al di sotto della loggia del palazzo comunale.
Modalità: visite guidate al castello e al centro storico/duomo di Gemona del Friuli.
Il pomeriggio vedrà la partecipazione dell’associazione ONLUS “Radio Magica”( https://www.radiomagica.org/ ). Un artista coinvolto dall’associazione benefica racconterà ai bimbi e ai ragazzi una “fiaba per immagini” avente per soggetto i castelli, i luoghi e i territori del Friuli Venezia Giulia e di Gemona del Friuli.
Prenotazioni: friuliveneziagiulia@istitutoitalianocastelli.it / arch. Daniela Omenetto 340-7773927
Facebook: Istituto Italiano dei Castelli – Sezione Friuli Venezia Giulia https://www.facebook.com/Istituto-Italiano-dei-Castelli-Sezione-Friuli-VeneziaGiulia-651904408178643 Instagram: istitutocastelli_friuli
Locandine e programmi edizioni precedenti:
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