Le novità dell’Istituto
In Evidenza
Giornate Nazionali dei Castelli 2025
10/11 Maggio 2025
XXVI EDIZIONE a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
In SCOPRI DI PIU’ il programma completo
RISORSE
Castelli d’Italia

Completamente isolato, il castello Ruffo di Calabria, universalmente noto con il nome di castello di Scilla, è situato su uno sperone di promontorio all’imbocco dello Stretto di Messina, in posizione dominante sia verso la costa che verso la città.
Da fonti storiche risulta che il sito fu utilizzato come postazione strategica già dagli Etruschi (VII secolo a.C), per divenire poi oggetto di opere di fortificazione durante il periodo magnogreco quando, come riferisce Strabone, venne munito di strutture difensive da Anassila, tiranno di Reggio, in seguito ampliate nel periodo romano. Le prime strutture murarie rintracciate dagli scavi risalgono all’impianto del monastero di San Pancrazio, edificato intorno alla metà del IX secolo dai Padri Basiliani per difendersi dalle incursioni dei Saraceni provenienti dalla Sicilia.
Nel 1060 Scilla fu conquistata da Roberto il Guiscardo, che attestò sulla rocca un presidio militare.
Nel XIII secolo il castello fu ulteriormente fortificato da Carlo d’Angiò e nel 1469 fu concesso da Ferrante I a un cavaliere vicino alla corte aragonese, Gutierre De Nava, che fece eseguire nuovi interventi di ampliamento e di restauro.
Nel 1533 il castello fu acquistato da Paolo Ruffo che restaurò anche il palazzo baronale annesso; nel 1578 i Ruffo ottennero il titolo di principe.
Il 5 febbraio 1783 fu danneggiato da un forte sisma e nel 1810 fu restaurato; subì gravi danni anche dal terremoto del 1908.
Dal 1808 il castello è di proprietà demaniale dello Stato
Negli anni 1970-1980 è stato adibito a Ostello della Gioventù e recentemente è stato nuovamente restaurato ed è un importante centro culturale (Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi) e sede di mostre e convegni.

Le notizie storiche relative alla costruzione di Castel del Monte sono limitate ad un solo documento: la lettera del 29 gennaio 1240, con il quale l’imperatore Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e di Costanza d’Altavilla, ordinava al Giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, di raccogliere il materiale necessario per la costruzione del castello, situato presso la chiesa (oggi scomparsa) di Sancta Maria de Monte. Fino alla morte di Federico II non vi sono altri documenti, tant’è che non è neppure storicamente accertato che il castello sia stato completato e che l’Imperatore lo abbia mai visitato.
Dopo il 1268, anno della definitiva sconfitta degli Svevi in Italia, Carlo I d’Angiò vi fece imprigionare i figli di Manfredi, Federico, Enrico ed Enzo, dando inizio all’uso improprio cui il castello fu oggetto per secoli. Escludendo, infatti, il breve periodo comprendente la prima metà del XIV secolo, in cui gli angioini lo utilizzarono come residenza – tra l’altro vi si celebrarono le nozze, nel 1308, tra Beatrice D’Angiò, nipote di Roberto, e Bertrando del Balzo e, nel 1326, tra Umberto de la Tour du Pin e Maria del Balzo – il castello fu ancora prigione durante il regno di Giovanna II e durante la discesa degli Ungheresi nel 1350. Passato agli Aragonesi prima e agli Spagnoli poi, fu venduto nel 1552 ai conti Carafa di Ruvo, che lo utilizzarono prima come “villa”, per poi abbandonarlo, considerato il suo isolamento. In occasione della terribile peste del 1656 fu utilizzato come rifugio da alcune nobili famiglie di Andria, ma dal XVIII secolo rimase pressoché incustodito, divenendo rifugio di pastori e di briganti e “cava” di materiali preziosi: in questo periodo il castello fu, infatti, spogliato dei marmi e dei rivestimenti tant’è che oggi resta solo la struttura muraria (ancorchè splendida) dell’edificio.
Acquistato nel 1876 dallo stato italiano per £ 25.000, “non già come prezzo (chè niuno il fabbricato ne vale) ma come semplice attestato di riconoscenza” alla famiglia che per secoli l’aveva tenuto,esso è stato oggetto di continui studi e restauri che si sono protratti sino ai giorni nostri. I lavori di restauro più significativi, però, iniziarono solo nel 1928, fino ad arrivare agli ultimi lavori della fine degli anni settanta del secolo scorso. Nel 1996, per le sue caratteristiche uniche, è stato inserito dall’UNESCO nel patrimonio mondiale dell’umanità.

Rocca Calascio, situata a quasi 1500 metri di altitudine, vanta il primato di essere il castello a quota più alta e maggiormente conservato d’Italia.
Le prime notizie sul borgo di Rocca Calascio, citato come una delle cinque terre appartenenti alla Baronia dei Carapelle, si trovano nella Corografia Storica degli Abruzzi dell’Antinori, ma il primo documento nel quale viene citata la Rocca vera e propria, definita come torre di avvistamento isolata, risale al 1380. Si ritiene che quest’ultima sia di origine romana in virtù della sua posizione rispetto ai diverticoli tratturali e del tipo di conci lapidei costituenti la struttura portante. Successivo è l’involucro difensivo ricalcante la pianta quadrata del puntone con quattro possenti torri tonde angolari. Secondo recenti studi e approfondimenti si ritiene che questo intervento sia il prodotto della riconquista e del nuovo assetto difensivo, in area abruzzese, voluto da Federico II con la sua politica di riconquista delle terre a nord così come accaduto per la fortificazione di Termoli.
La rocca, come accennato, ebbe un notevole ruolo anche per il controllo dei tracciati minori del tratturo apparato primario dell’economia locale basata quasi esclusivamente sulla transumanza.
Nel secolo XV la rocca passò nelle mani dei Piccolomini e probabilmente, forse proprio ad opera di Antonio Piccolomini, venne realizzato il circuito fortificato posto a difesa dell’agglomerato urbano che era stato semidistrutto dal terremoto del 1461.
Nel 1579 Costanza Piccolomini, ultima discendente della famiglia, vendette i possedimenti, tra i quali Rocca Calascio, al Granduca di Toscana.
Nel 1703 un altro terremoto distrusse il castello e il paese sottostante. Questa volta però non si procedette ad una nuova ricostruzione e solamente le abitazioni poste nella parte più bassa vennero ristrutturate. Nel 1743 Rocca Calascio passò a Carlo III di Borbone, re di Napoli, ma il recente e devastante terremoto del 1915 ne aveva ormai segnato il declino inesorabile e il paese venne lentamente abbandonato, tanto che nel 1957 non contava più neppure un abitante.
Negli ultimi anni sono state restaurate alcune casette e in una di queste è oggi possibile alloggiare in un rifugio-ostello-ristorante. Ultimamente anche la Rocca è stata oggetto di restauri e consolidamenti che l’hanno resa visitabile al pubblico.
Le sezioni regionali dell’Istituto
L’Istituto si articola in Sezioni. Esse, autonome nelle attività nel loro ambito, promuovono conferenze, seminari, visite di studio, attività di ricerca ed altre iniziative di promozione culturale del patrimonio castellano delle rispettive regioni di appartenenza




Nomenclatura Castellana
Un viaggio attraverso le parole che raccontano le parti di un castello,
dall’avamposto sino alle vedette
BLOG
Novità dal nostro blog
LOCANDINE DELLE SEZIONI PER LE GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI 2025
Comunicato Giornate Nazionali dei Castelli 14 aprile 2025
- Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Visite guidate, conferenze, trekking culturale e concerti in 42 siti distribuiti in
20 regioni, isole comprese.
Weekend da 54 a 800 metri sul livello del mare tra aree marine protette, riserve e parchi naturali anche di recente istituzione, vallate con fiumi attivi, panorami mozzafiato da scoprire a piedi, in bici, in moto, in bus, in treno
In Campania il maggio dei castelli con visite guidate e conferenze ogni weekend in 12 castelli, in otto borghi e piccoli paesi, oltre la città capoluogo che nel 2025 compie 2500 anni di età.
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle torri, fortezze e borghi si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
I volontari della onlus organizzatrice, l’Istituto Italiano Castelli che ha compiuto 60 anni di attività nel 2024, apriranno le porte di architetture fortificate di proprietà pubblica e privata – da nord a sud del paese – isole comprese – con visite guidate gratuite, conferenze, presentazioni di libri e convegni specialistici, trekking culturali alla scoperta, a piedi, di siti e borghi.
L’evento che ormai ha conquistato appassionati di architettura, restauro, storia e araldica di tutte le età, è ideato e condotto in collaborazione con associazioni, comuni e altri enti pubblici al fine di far conoscere e valorizzare questo incredibile patrimonio culturale: l’Italia vanta, più di altri paesi, un numero consistente di edifici fortificati d’importanza storico-archeologica. Beni culturali che spesso influenzano positivamente le sorti turistiche del luogo
in cui si trovano da secoli.
‘Sveliamo i 42 siti e gli eventi collaterali che ciascuna sede regionale dell’Istituto Italiano Castelli ha selezionato dopo attente analisi e dopo la consultazione del nostro archivio scientifico che racchiude migliaia di architetture fortificate censite e studiate con un approccio multidisciplinare per il quale siamo noti ai portatori di interesse specifico sia nel nostro paese che all’estero.’ afferma Michaela Marullo Stagno d’Alcontres, presidente della onlus italiana ‘Le nostre visite guidate quest’anno racconteranno di comunità di uomini e interessi, di unicum antro-geografici mondiali dove la presenza dell’uomo si estende dal Paleolitico (come la valle di Pettorano sul fiume Gizio, alle porte dell’Aquila) ad oggi.
Abruzzo
sabato 10 maggio 2025
Castel Cantelmo – Pettorano Sul Gizio (AQ)
Basilicata
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Bernalda (MT) e Castello di Torre di Mare a Metaponto (MT)
Calabria
sabato 10 maggio 2025 ore 10, 11, 12, 16, 17, 18
Rocca Imperiale (CS)
Campania
domenica 4 maggio 2025 Sant’Agata dei Goti (BN)
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 I Castelli della Valle del Sabato (Irpinia), itinerario con più castelli e tavole rotonde
sabato 17 maggio 2025 Marigliano (NA) domenica 18 maggio 2025 Castel Sant’Elmo (NA)
Sabato 24 maggio 2025 Francolise (CE) Sabato 31 maggio 2025 Teggiano (SA)
Emilia Romagna:
domenica 11 maggio 2025
Rocca di Meldola (FC)
Friuli Venezia Giulia
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Gorizia, Castello di Kromberk
Lazio
sabato 10 maggio 2025
Castello di Fumone (FR)
Lombardia
Domenica 11 maggio 2025
Castello di Breno (BS)
Marche
sabato 10 maggio 2025
visita in bus a forti anconetani
in collaborazione con l’associazione ‘Sedici forti di Ancona’ e con il Museo Omero
Molise
sabato 10 maggio 2025
Castello di San Martino in Pensilis (CB)
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 Aperti e visitabili i Castelli di : Pescolanciano IS, Macchiagodena IS, Riccia CB e Colletorto CB
Piemonte
sabato 10 maggio 2025
Castello di Mombasiglio
Puglia
Domenica 11 maggio 2025
Castello di Sannicandro (BAT)
Sardegna
domenica 11 maggio 2025
Fortezza Vecchia (MIC), Torre di San Luigi (proprietà privata)
Sicilia
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Salemi, Castello di Partanna
Gibellina
Trentino Alto Adige
Sabato 10 maggio 2025
convegno e visita guidata gratuita (a piedi) su prenotazione
I castelli del territorio dei Quattro Vicariati
Umbria
sabato 10 maggio 2025
Rocca di Castiglione del Lago
convegno e visite guidate gratuite senza prenotazione
Veneto
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Forte Rivoli
EDIZIONE 2025
L’Istituto Italiano dei Castelli onlus (IIC), nell’ambito delle iniziative promosse per incoraggiare le nuove generazioni allo studio del patrimonio fortificato italiano nonché alla sua valorizzazione, presenta il
XXVIII PREMIO TESI DI LAUREA SULL’ARCHITETTURA FORTIFICATA
Il Concorso Nazionale è realizzato dal Consiglio Scientifico e dal Consiglio Direttivo dell’IIC, con il sostegno delle riviste «Castellum» e «Cronache Castellane».
Il bando si rivolge a coloro che abbiano concluso i propri studi discutendo una tesi di laurea magistrale (o quinquennale) su temi castellani riferiti al territorio italiano, nell’ambito di programmi di ricerca nelle discipline architettoniche, archeologiche, storiche, artistiche, filologiche, giuridiche ed economiche, comunque orientati allo studio, alla conoscenza e alla valorizzazione di un complesso fortificato (torre, castello, forte o borgo murato).
MODALITÀ DI ASSEGNAZIONE
La Commissione, il cui giudizio è inappellabile, sarà composta da 7 membri e cioè: dal cansigliere referente per il Premio, da tre consiglieri scientifici dell’Istituto, da due studiosi di chiara fama e da un docente universitario indicato, per competenza e in forza dell’accordo siglato tra l’Istituto e la CRUI, dall’Ateneo della città in cui si svolgerà la manifestazione di premiazione.
La Commissione dovrà espletare i propri lavori entro il 30 settembre 2025 e assegnerà il premio alle prime tre tesi di laurea ritenute meritevoli.
A titolo di riconoscimento premiale, gli autori delle tesi classificatesi ai primi tre posti avranno diritto alla pubblicazione di un saggio relativo alla ricerca svolta nell’ambito della tesi nel primo numero disponibile di una delle pubblicazioni scientifiche periodiche dell’Istituto riconosciute dall’ANVUR.
Altre forme di riconoscimento e/o segnalazione potranno essere eventualmente assegnate ad altre tesi rispondenti agli scopi e alle finalità dell’IIC.
Le vincitrici e i vincitori del concorso saranno premiati in una manifestazione pubblica entro l’anno 2025, nel corso della quale presenteranno le proprie tesi.
Tutte le tesi presentate e ammesse alla valutazione saranno citate nel sito dell’IIC.
MODARTECIPAZIONE
MODALITÀ DI PARTECIPAZIONE
Sono ammessi al concorso le laureate e i laureati che abbiano discusso la tesi negli anni 2023-2025 (entro il 30 aprile). Le interessate e gli interessati a partecipare devono far pervenire alla Segreteria dell’IIC, esclusivamente per via postale e su supporto digitale, entro e non oltre il 30 giugno 2025 (data del timbro postale di partenza):
– book in pdf formato A3 contenente le tavole della tesi con risoluzione massima 200 dpi
– copia della tesi in formato pdf con risoluzione massima 200 dpi
– domanda di partecipazione in originale redatta e sottoscritta secondo lo schema allegato al bando di concorso disponibile sul sito internet www.istitutoitalianocastelli.it
Gli elaborati presentati non verranno restituiti ed entreranno a far parte del patrimonio scientifico dell’IIC, salvaguardando il Diritto d’Autore ai sensi delle normative vigenti inserite nel Codice Civile.
www.istitutoitalianocastelli.it
Segreteria generale:
Segreteria generale
piazzale Rodolfo Morandi, 2
20121 Milano
segreteria@istitutoitalianocastelli.it
Comunicato Giornate Nazionali dei Castelli 7 aprile 2025
Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Visite guidate, conferenze, trekking culturale e concerti in 38 siti distribuiti in
20 regioni, isole comprese
Weekend da 54 a 800 metri sul livello del mare tra aree marine protette, riserve e parchi naturali anche di recente istituzione, vallate con fiumi attivi,
panorami mozzafiato da scoprire a piedi, in bici, in moto, in bus, in treno
In Campania il maggio dei castelli con visite guidate e conferenze ogni
weekend in 12 castelli, in otto borghi e piccoli paesi, oltre la città capoluogo che nel 2025 compie 2500 anni di età
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle
torri, fortezze e borghi si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
Premio di Laurea
sull’Architettura Fortificata
Istituito dall’Istituto Italiano Castelli negli anni ’90, il Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata giunge nell’anno 2025 alla XXVIII edizione
A BREVE LA MODULISTICA PER L’EDIZIONE 2025
Rassegna Stampa