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Verbale Premio di Laurea 2025_Definitivo
La premiazione avrà luogo a Udine sabato 18 ottobre 2025
Mercoledì 17 settembre 2025 alle ore 15.30, in riunione telematica, si è riunita la Commissione del XXVIII Premio di Laurea sulle Architetture fortificate per valutare le tesi pervenute alla segreteria generale dell’Istituto e inviate ai commissari per le loro valutazioni.
La commissione, composta da Fulvia Caffo, Renato Morganti, Simonetta Minguzzi, Michaela Stagno D’Alcontres, Franco Valente, Giusy Villari e presieduta da Vittorio Foramitti ha esaminato le 24 tesi presentate ed ha valutato attentamente tutti i lavori in relazione all’attinenza al tema proposto dal bando, alla qualità complessiva ed alla originalità delle ricerche.
ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI
Roma, Castel Sant’Angelo
“I LUNEDÌ DEI CASTELLI”
Ciclo seminariale online sulle architetture fortificate a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
Dal 29 settembre al 1 dicembre 2025 – seconda edizione
Sono aperte le iscrizioni al ciclo seminariale “I lunedì dei Castelli”, un appuntamento serale che si svolgerà in autunno per quanti vorranno avvicinarsi al variegato mondo delle fortificazioni.L’obiettivo del corso è fornire ai partecipanti una prima chiave di lettura per la corretta conoscenza del vastissimo patrimonio di architettura difensiva ancora oggi presente sul territorio nazionale e che costituisce una componente fondamentale dei Beni Culturali Archeologici ed Architettonici. Il ciclo seminariale, che si svolgerà online su piattaforma Zoom Meeting, sarà articolato su 10incontri, a cura di docenti delle università italiane esperti sulle specifiche tematiche, di membri del Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli nonché da funzionari delle soprintendenze.Tra i temi trattati: le fortificazioni in epoca classica, con approfondimento del caso paradigmatico di Pompei; l’architettura difensiva normanno-sveva in Italia meridionale tra XI e XIII secolo; il cantiere del castello medievale; il sistema dei castelli viscontei in Lombardia; le artiglierie nevrobalistiche e la rivoluzione della polvere da sparo, tecniche che modificarono la prassi ossidionale a partire dal XIV secolo; le trasformazioni dei castelli in Italia centrale e nel Mezzogiorno nella seconda metà del XV secolo (fase dell’architettura militare di Transito); la fortificazione cd. “alla moderna” caratterizzata dall’introduzione della traccia all’italiana (fronte bastionato) che segnerà l’evoluzione dell’architettura militare per circa tre secoli; le fortezze veneziane dello “Stato di Terra”; i grandi forti di sbarramento in Piemonte tra XVII e XVIII secolo (Exilles, Bard, Demonte, La Brunetta, Fenestrelle); la scuola militare austriaca e il caso dei forti di Verona e del Quadrilatero. Uno straordinario percorso rivolto a tutti coloro che voglionoapprofondire la conoscenza dell’affascinante ed immenso patrimonio di architettura difensiva della nostra nazione, nonché agli operatori culturali, studenti, architetti ed ingegneri. Per iscriversi, inviare una e mail a corsocastellologia@istitutoitalianocastelli.it e sarà trasmesso il modulo da compilare.
Informazioni generali e quote di partecipazione:
Le lezioni si terranno online su piattaforma Zoom Meeting (con password di accesso riservata) e avranno la durata di 120 minuti ciascuna (compresa discussione). Gli iscritti avranno a disposizione le registrazioni delle lezioni. Quote di partecipazione: ordinaria euro 100; studenti e soci dell’Istituto:euro 50. IBAN: IT60 R030 6909 6061 0000 0119 213 intestato all’Istituto Italiano dei Castelli. A fine corso agli iscritti sarà rilasciato attestato di frequenza. Agli architetti saranno riconosciuti 20 CFP. E’ in corso di verifica la possibilità di estendere il riconoscimento di CFP anche agli ingegneri, mediante autocertificazione, in quanto il ciclo seminariale ha ottenuto il patrocinio morale dell’Ordine nazionale degli ingegneri. La partecipazione al ciclo di studi consente, agli studenti, di richiedere al proprio corso di laurea il riconoscimento di crediti per le attività a scelta/libere.
Segreteria scientifica: prof. arch. Marina Fumo, arch. Luigi Maglio, arch. Fiorenzo Meneghelli, dott. Leo Donnarumma. Info ed iscrizioni: corsocastellologia@istitutoitalianocastelli.it
Giornate Nazionali dei Castelli 2025
10/11 Maggio 2025
XXVI EDIZIONE a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
In SCOPRI DI PIU’ il programma completo
RISORSE
Castelli d’Italia

L’abitato di Pizzighettone sorge sulla sponda sinistra dell’Adda, fronteggiato, sulla sponda opposta, dal corrispondente nucleo fortificato di Gera. Sfruttando le particolari difese naturali dovute alla confluenza del Serio Morto con l’Adda, il luogo venne munito di castello e mura fin dal secolo XII.
I Visconti, nella seconda metà del Trecento, potenziarono (e forse in gran parte ricostruirono) il castello quindi, nella prima metà del Quattrocento, rafforzarono anche le mura del borgo.
Sotto la dominazione spagnola Pizzighettone ha assunto il ruolo di fondamentale caposaldo, insieme a Lecco, Lodi e Cremona, di quella linea difensiva che i padroni di Milano hanno attestato sull’Adda e sul Po in contrapposizione a Venezia.
Nel 1639 viene eseguito il taglio dell’Adda in corrispondenza del centro abitato di Pizzighettone su progetto del Barattieri “…cò quali sarà ridotto il fiume à camminar rettamente…” con l’evidente scopodi far “cadere” le acque del fiume contro il forte di Pizzighettone per renderne più sicura la difesa. Come conseguenza a tale intervento, a partire dal 1646, le mura urbane vengono circondate da un nuovo anello di bastioni.
In seguito, durante il promo dominio austriaco e per ordine di Carlo VI, è stato dato corso, a partire dal 1720, a una riforma generale delle fortificazioni di Pizzighettone, con la costruzione di una poderosa cinta bastionata a occidente dell’abitato di Gera e con il rafforzamento delle mura medioevali viscontee attraverso l’aggiunta alle stesse di una corona di casematte in muratura, di apprestamenti difensivi vari e di un’ampia fossa difensiva esterna.
Dopo gli smantellamenti ottocenteschi e la cancellazione di parte delle bastionature seicentesche dovuta alla massiccia espansione dell’abitato verso oriente, oggi si conservano solo parti, peraltro significative e consistenti, dell’imponente sistema difensivo di Pizzighettone: tracce del castello, le casematte a ridosso delle antiche mura, il rivellino a guardia della strada per Cremona, le casematte, i bastioni e le opere terrapienate di Gera.
Il castello medioevale-visconteo. Di questo castello, che sorgeva in fregio all’Adda e che era protetto a settentrione da un ramo del Serio Morto, si può ancora individuare l’antico sedime nell’area compresa tra il fiume e le attuali piazze della Vittoria e Cavour. Si sono conservate l’imponente torre del Guado e solo in parte (in quanto cimata) la torre della Bandiera, o torre del Governatore, detta anche “torre mozza”.
La cerchia di casematte sulla corona delle antiche mura. Costituisce la parte più significativa e a tutt’oggi più consistente delle difese settecentesche di Pizzighettone. Comprende la porta del Soccorso, ubicata all’estremità meridionale del recinto sulla sponda dell’Adda, la contigua polveriera di San Giuliano, le rampe di salita interne al recinto, la fossa difensiva esterna (ancora in gran parte integra lungo il tratto sudorientale) e porta Cremona nuova, sulla strada per Cremona.
Il rivellino all’ingresso di porta Cremona nuova. È una poderosa opera avanzata a pianta semicircolare, sporgente verso la campagna dalla cerchia di casematte circa all’altezza della chiesa parrocchiale di San Bassiano. Fungeva appunto da rivellino, cioè da fortificazione interposta tra due fossati e due ponti levatoi, a protezione dell’ingresso di porta Cremona vecchia. Si è conservato integro nelle sue strutture murarie.
Le casematte di Gera. Appartenevano anch’esse alla cinta bastionata settecentesca, parzialmente smantellata nell’Ottocento, che avvolgeva l’abitato di Gera e che era rafforzata all’esterno da due mezzelune anteposte alle corrispondenti fronti occidentali e da altre due mezzelune rispettivamente anteposte alle ali settentrionale e meridionale. Si sono conservati due tratti occidentali, con dosso in terra.
Il fossato di Gera. La fossa che proteggeva il lato a campagna delle difese settecentesche è oggi quasi totalmente colmata; se ne conserva ancora un breve tratto aperto a settentrione dell’abitato di Gera. Ad occidente del fossato, in località Cascina Macallé e già nel territorio del comune di Maleo, in provincia di Milano, è ancora oggi riconoscbile sul terreno un rilievo bastionato, corrispondente forse a un avamposto delle difese settecentesche.
La torre del Guado. È la più importante e meglio conservata testimonianza dell’imponente castello visconteo che sorgeva in fregio all’Adda, sul luogo di un più antico fortilizio medioevale. Il resto della fortificazione venne demolito nei primi decenni dell’Ottocento.
Il nome deriva dal fatto che la torre, essendo sull’angolo sudoccidentale del castello, sorgeva in prossimità del punto di attraversamento del fiume. L’edificio presenta pianta quadrata, struttura muraria in mattoni a vista ed è coronato da un apparato a sporgere costituito da slanciati beccatelli in mattoni disposti ad aggetto progressivo. Attualmente è utilizzato come sede del Museo Civico ed è in buono stato di manutenzione.
L’Amministrazione comunale di Pizzighettone, in vista del definitivo trasferimento al Comune di quella parte delle mura ancora di proprietà del Genio Militare, ha allo studio un piano di riutilizzo di tutte le strutture fortificate o loro resti, sopra descritte, in stretto coordinamento alle iniziative di restauro in corso e da intraprendere in futuro, con l’obiettivo di favorire la massima fruizione, conoscenza e valorizzazione di un complesso bastionato tra i più importanti e significativi della Lombardia. Nel frattempo l’opera è mantenuta e valorizzata da un eccellente gruppo di volontari che ne curano per quanto possibile le strutture e la loro conoscenza e vitalizzazione.
Nel 2007 è iniziata una nuova fase di recupero delle fortificazioni di Gera da parte del Gruppo Volontari Mura, in accordo con la Soprintendenza dei Beni Architettonici di Brescia, Cremona e Mantova. Ad una ditta specializzata sono stati appaltati i lavori di movimentazione della terra per ripristinare l’antico Bastione di Caracena, monumento con base in mattoni e copertura in terra, datato alla metà del Seicento, coevo alla cerchia muraria di Gera, spianato nella parte superiore in terra negli anni Trenta dal Genio militare, e che oggi sta finalmente per tornare alla originaria conformazione.

La nascita del feudo di Gambatesa e probabilmente del castello, va fatta risalire all’epoca dell’invasione longobarda. Notizie più precise si hanno a partire dalla metà del X secolo, quando si assistette ad un importante e documentato fenomeno di incastellamento. Nel 967, infatti, Pandolfo I Capo di Ferro, principe di Capua e di Benevento, concesse ai monaci di San Vincenzo al Volturno la facoltà di erigere castelli a difesa del territorio. Questa politica è ben comprensibile se si pensa che proprio Pandolfo, il più potente principe del Mezzogiorno, era diventato uno dei vassalli più fidati di Ottone I che, dopo essersi impadronito del regno d’Italia e aver ridotto il papato a suo vassallo, sognava di dare al regno unità politica abbattendo il dominio bizantino e sottomettendo i ducati longobardi. In seguito il feudo si trova citato nel Catalogus Baronum, un registro che elenca le terre concesse ai feudatari normanni a partire dalla seconda metà del XII secolo. Ma è dal XIII secolo, con Riccardo da Gambatesa o di Gambatesa, condottiero al servizio del re di Napoli, Roberto d’Angiò, che il feudo assume maggiore importanza. Grazie ai suoi meriti militari Riccardo ottenne feudi e riconoscimenti e, non avendo figli maschi, riuscì a far ereditare al nipote Riccardello, nato dal matrimonio della figlia con un Monforte, anche il cognome Gambatesa, dando il via alla casata dei Monforte-Gambatesa. Con l’avvento degli Aragonesi, il feudo passò ad Andrea di Capua, duca di Termoli. In questo periodo il castello subì profonde modifiche, trasformandosi in una splendida residenza fortificata, in linea con il clima rinascimentale, come testimonia lo splendido ciclo di affreschi che ornano il piano nobile del palazzo.
Negli anni ’70 il castello fu venduto al Ministero per i Beni Culturali e restaurato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici del Molise.

Il castello di Verrès fu edificato nel XIV secolo in posizione dominante su un promontorio roccioso a strapiombo sul torrente Evançon, all’imbocco della Val d’Ayas.
Fu costruito a partire dal 1360 per volere di Ibleto di Challant, rappresentate di una delle più nobili casate valdostane, nonché governatore e capitano generale del Piemonte a partire dal 1372, quando i duchi di Savoia gliene affidarono la giurisdizione feudale. Alcuni documenti attestano la presenza sul sito dove venne costruito il castello di una precedente fortificazione militare risalente al 1287, di proprietà dei signori di De Verretio.
Una volta terminata la costruzione, attestabile al 1390 come ricorda un’iscrizione scolpita su un architrave di una porta del primo piano, Ibleto utilizzò il castello non solo come potente baluardo militare, ma anche come residenza privata.
Nel XVI secolo, per volere di Renato di Challant, vennero aggiunte le mura esterne munite di bastioni adatti al posizionamento delle artiglierie.
Renato di Challant, grande signore rinascimentale, fece aggiungere anche alcune finestre che ne ingentilirono la struttura severa e marziale.
Non avendo figli maschi, Renato lasciò il castello in eredità alle figlie femmine, trasgredendo così all’uso del ducato di lasciare le eredità feudali esclusivamente ai figli maschi. Per tale motivo il castello fu requisito dai duchi di Savoia e adibito a sede di una guarnigione. Nel 1660 fu smantellato l’apparato difensivo e il castello venne abbandonato e lasciato andare in rovina.
Nel 1894 fu acquistato dallo Stato, restaurato e dichiarato monumento nazionale.
Le sezioni regionali dell’Istituto
L’Istituto si articola in Sezioni. Esse, autonome nelle attività nel loro ambito, promuovono conferenze, seminari, visite di studio, attività di ricerca ed altre iniziative di promozione culturale del patrimonio castellano delle rispettive regioni di appartenenza




Nomenclatura Castellana
Un viaggio attraverso le parole che raccontano le parti di un castello,
dall’avamposto sino alle vedette
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Segreteria scientifica: prof. arch. Marina Fumo, arch. Luigi Maglio, arch. Fiorenzo Meneghelli, dott. Leo Donnarumma. Info ed iscrizioni: corsocastellologia@istitutoitalianocastelli.it
Attività delle sezioni Settembre 2025
NAZIONALE 14 – 19 Ottobre – Viaggio Nazionale in Friuli Venezia Giulia “Alla Scoperta dei Manieri Friulani” e
Attività Istituzionali
CAMPANIA 29 Settembre – 1 Dicembre – Ciclo di conferenze“I Lunedì dei Castelli”
TRENTINO A.A. 6 Settembre – Uscita Formativa ”Castello San Giovanni
di Bondone”
MOLISE 7 Settembre – Viaggio di studio a Lucera
LOMBARDIA 12 – 14 Settembre – Viaggio di studio alla scoperta della
“Tuscia Viterbese”
UMBRIA 17 -18 Settembre – Viaggio di studio “Pompei, Ercolano e le Ville del Miglio d’Oro”
SARDEGNA 21 Settembre – “Gita nella regione storica dell’Ogliastra” -Del. di Cagliari e dell’Ogliastra
VENETO 23 Settembre – Uscita di studio ”Venezia: visita all’Arsenale e al Forte Sant’Andrea”
MOLISE 27 Settembre – Viaggio di studio a Monte Sant’Angelo
CAMPANIA 27 – 28 Settembre – Uscita di studio “Due castelli della Irpinia Orientale”
VENETO 27 Settembre I.I.C. – G.E.P. Convegno “Costruire nel tempo: viaggio tra luoghi che raccontano storie”
LOMBARDIA 28 Settembre I.I.C. – G.E.P. “Itinerario tra le mura e le porte medievali di Milano”
Premio di Laurea
sull’Architettura Fortificata
Istituito dall’Istituto Italiano Castelli negli anni ’90, il Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata giunge nell’anno 2025 alla XXVIII edizione
A BREVE LA MODULISTICA PER L’EDIZIONE 2025
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